Simona Caserio: “I bambini riusciranno a compensare il Covid-19”
La pandemia da Covid-19 e il conseguente lockdown ha avuto un forte impatto psicologico su bambini e ragazzi in età scolastica per come descritto nel nostro articolo Che fatica essere bambini ai tempi del Covid-19! Per approfondire ulteriormente questo delicatissimo tema abbiamo voluto discutere con Simona Caserio, pedagogista specializzata in ambito clinico, Dottore in Psicologia dei processi cognitivi, docente, formatore. Ecco cosa ci ha spiegato.
Studi condotti sull’impatto psicologico del lockdown su bambini e adolescenti ci parlano di disturbi del sonno, attacchi d’ansia e aumento dell’irritabilità. Gli adulti, per via del lavoro, hanno in qualche modo potuto continuare a spostarsi e mantenere una parvenza di routine quotidiana, ma i bambini no. Saranno loro ad avere la peggio nel breve e lungo periodo?
Non credo che i bambini siano coloro che avranno la peggio durante questa crisi pandemica, anche perché hanno sempre dimostrato una grande capacità di compensazione. Sicuramente la conditio di confinamento in cui ci siamo trovati ha messo a dura prova adulti, bambini e adolescenti. Ma come ho già detto, i bambini hanno grandi doti di compensazione, anche se di certo si sono vissuti momenti difficili che hanno messo a dura prova la relazione genitore-bambino. Ma è vero anche che ad avere avuto la peggio sono stati i bambini con disturbi conclamati e severi, magari di natura comportamentale. In generale, facendo un discorso globale, non ritengo che questo episodio, seppur lungo, possa inficiare lo sviluppo futuro dei bambini.
Studi condotti sull’impatto delle lezioni online su bambini e ragazzi hanno rilevato percentuali altissime di ragazzi che hanno riportato serie difficoltà a mantenere l’attenzione durante le lezioni online e una generale tendenza a vivere la DAD come più stressante e faticosa della scuola in presenza. Oggi si parla di didattica a distanza, si dovrebbe forse parlare di distanza dalla didattica?
Di certo non sono una sostenitrice della didattica a distanza, tuttavia la necessità l’ha resa indispensabile, Sono anzi a sostegno di un ulteriore procrastinamento della ripresa delle attività didattiche, affinché ci sia un’ulteriore tutela dei bambini al ritorno a scuola. Tuttavia ritengo che la DAD, come modalità didattica, non abbia fatto altro che fomentare difficoltà attentive, alterazioni del ritmo sonno/veglia, irritabilità. Il tutto corroborato dalla generale situazione di isolamento e dalla mancanza di relazionalità con i pari e con l’altro da sé. Non di rado accade che il bambino sia assente e personalmente riconduco la manifestazione che sovente è possibile riscontrare nei bambini che passano ore e ore al PC per la DAD a quell’atteggiamento che talvolta hanno i bambini che passano lunghi periodi a giocare con strumenti multimediali.
Quanto è alto il rischio di compromissione degli aspetti cognitivi, emotivi e relazionali conseguenti alla protratta chiusura delle scuole?
Non credo che tutti i bambini siano resilienti nei confronti degli eventi esterni, ma penso anche che i bambini abbiano una grande forza. Sarà di certo necessario fare un rodaggio dei rapporti con la società, con la quotidianità e la normatività che contrassegna l’andare a scuola, lo stare con i compagni, il vivere la classe. Ritornare, insomma, nelle nostre norme, nelle nostre abitudini, che abbiamo perso per lungo tempo e sicuramente hanno fatto perdere i riferimenti necessari per un bambino. Tuttavia, la capacità di compensazione è grande, pertanto io ritengo che le difficoltà emotive, relazionali e cognitive nel tempo possano essere compensate, anche in maniera molto rapida. Questo perché sono desiderosi di ritornare alla quotidianità e hanno più capacità degli adulti di compensare quanto di negativo hanno vissuto.