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“Octopus Vision”, il mondo a colori di Federica Armeni

Federica è un’illustratrice e disegnatrice di Bovalino. Dopo il diploma al Liceo Artistico ha frequentato per alcuni anni il DAMS a Cosenza. Nonostante abbia dovuto interrompere gli studi per mettersi a lavorare, non ha mai abbandonato il suo sogno. Da qualche tempo, infatti, ha dato vita al blog Octopus Vision, seguito già da più di un migliaio di persone. I suoi personaggi, sempre ricorrenti, sono divenuti anche loghi per maglie e borse, riscuotendo un discreto successo.
Quando ti sei avvicinata al mondo del disegno e delle illustrazioni?
Ho sempre disegnato: già da bambina non avevo alcun dubbio, da grande avrei voluto fare la pittrice. Una volta arrivato il momento della fatidica scelta del Liceo, ho deciso di iscrivermi all’istituto Pitagora proprio per perfezionare la mia tecnica e per conoscere meglio la storia dell’arte. Nonostante questo, dopo il Liceo ho completamente abbandonato il disegno e la pittura, avvicinandomi di più al mondo della fotografia. Col senno di poi, ho capito che ciò che mi ha portata a smettere di disegnare era la cosa che più di tutte ricercavo senza alcun risultato: uno stile del tutto personale. Non mi sentivo affatto appagata nel riprodurre opere altrui, solo per dimostrare di saperlo fare.
Hai dovuto fare un percorso formativo particolare per affinare il tuo talento?
Il liceo è sicuramente stato di stimolo e di aiuto per migliorarmi, ma col tempo ho capito che non mi interessa più ricercare la perfezione estetica nell’illustrare gli elementi, qualsiasi essi siano. E non per egocentrismo. Per tanti anni nella mia vita ho ricercato la perfezione così come nel disegno e, invece di trovarla, mi sono persa anch’io.
Che tipo di tecnica utilizzi per le tue illustrazioni?
Non può assolutamente mancare la penna Bic. Rigorosamente nera. Utilizzo pennarelli di tutti i tipi, a volte anche acquerelli e tempere. E tanti, tanti blocchi da disegno! Anche se a volte, per seguire l’ispirazione del momento, mi sono ritrovata ad arrangiarmi con quello che avevo in casa senza perdermi d’animo.
Le tue opere hanno un soggetto ricorrente. A chi ti ispiri?
Ho sempre considerato la donna il soggetto più bello rappresentato nella storia dell’arte. L’armonia che si nasconde dietro ogni lineamento e corpo. Non si tratta solo di una questione estetica: penso alla donna come fonte di vita, di lotta, di conquista. Così come penso a mia madre, scomparsa prematuramente e ciò che più di tutto ho nitido nella mente è la sua forza nell’affrontare sempre ogni ostacolo, anche il più piccolo, della vita di tutti i giorni. Inconsapevolmente, è probabile che spesso e volentieri io rappresenti me stessa.
Attraverso le tue illustrazioni cerchi di inviare un messaggio sociale?
In realtà spesso e volentieri faccio prevalere l’istinto, lasciando che la mano corra sul foglio senza una precisa ragione. Ciò che principalmente mi interessa è sfogare le mie emozioni sul foglio, sperando che chi osserverà il disegno finito, possa immedesimarsi e ritrovarsi. Mi piace che siano soprattutto gli altri ad attribuirgli un proprio significato.
Hai un rituale per trovare l’ispirazione?
La musica. Nient’altro. La musica non può mancare altrimenti non potrei mai riuscire ad abbandonarmi completamente. Faccio molto caso a quello che ascolto, è come se le i cantanti mi narrassero delle storie, anche solo con i suoni. E riesco a renderle mie, a ritrovarmici e a rifletterle poi sul foglio. Il disegno non è mai premeditato, prende forma in corso d’opera attraverso suoni e parole.
Quali sono gli artisti che ti hanno formata e influenzano il tuo stile?
Nella lista non può mancare Amedeo Modigliani con le sue meravigliose donne dal collo lungo. Così come le donne illustrate da Milo Manara, la natura rappresentata da Henri Rousseau, il surrealismo di Salvador Dalì, ma soprattutto l’essenza di Frida Kahlo e il suo guardare in faccia le storture della vita raccontandole al mondo attraverso la sua splendida arte e rendendole quindi il suo punto di forza.
Le tue opere si trovano solo su carta o utilizzi anche altri materiali?
Utilizzo principalmente la carta, perché la reputo la base più comoda. Porto sempre con me una Moleskine o un blocco da disegno, l’ispirazione può arrivare ovunque e da un momento all’altro e così mi trovo pronta. Mi piace disegnare anche all’aria aperta se c’è la possibilità di farlo. Utilizzo anche le tele alle volte, quando sento la necessità di dipingere.
Hai dei nuovi progetti in cantiere?
Un giorno mi piacerebbe dipingere un palazzo intero, per lasciare un regalo a chiunque ci passi davanti. E mi piacerebbe farlo soprattutto nel mio paese, Bovalino. Per adesso è soltanto un sogno.
Dove possiamo trovare le tue opere?
Sui miei canali social, Instagram e Facebook. Ma lavoro anche su commissione.

Federica Armeni

Anastasia Cicciarello

Nata a Locri nel 1990, membro effettivo della Millennials Generation, ha iniziato a scrivere prima sui muri con i pastelli, poi a scuola, dove ha incanalato la sua passione e non si è più fermata. Le piace viaggiare ma adora allo stesso modo la strada del ritorno, la bellezza dolorosa e fragile della sua terra. Abita ad Ardore, la cui posizione invidiabile le fa iniziare ogni giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno. Il bisogno di dire la sua l’ha condotta alla finale del concorso AttiveMenti con il racconto “La necessità del superfluo”, a scrivere “Il dolore non mi fa più paura” per la casa editrice Guthenberg e a collaborare con varie testate come hermesmagazine.it

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