“Rasoterra”: arrestate 9 persone per sfruttamento della manodopera

È di nove persone finite in manette il bilancio dell’operazione Rasoterra, condotta questa mattina all’alba dalla Polizia di Reggio Calabria per arginare il fenomeno del caporalato. Agli arrestati, tra i quali figurano anche due caporali di origine africana, vengono contestati i reati di sfruttamento della manodopera e intermediazione illecita, in quanto avrebbero reclutato migranti nella baraccopoli di San Ferdinando, smantellata due anni fa, costringendoli a lavorare in condizioni di schiavitù.
«Venivano reclutati e messi a disposizione da alcuni datori di lavoro anche attraverso l’intermediazione illegale di altri soggetti – spiega Francesco Rattà, dirigente della Squadra Mobile di Reggio Calabria. – Lavoravano fino a 12 ore al giorno e venivano pagati 25 € a giornata o 50 centesimi a cassetta di agrumi raccolta. Una condizione che rende evidente lo sfruttamento e l’approfittamento costante dello stato del bisogno.»
Al centro dell’inchiesta, spiega invece il questore Bruno Megale, c’era «Filippo Raso, di Taurianova, persona che ha un legame con le consorterie criminali dei Piromalli-Molè e, di fatto, dominus indiscusso dell’azienda agricola intestata alla figlia e ora sequestrata, centro operativo di un’organizzazione che si occupava di reclutare, trasportare e controllare i migranti».
Foto: citynow.it