Carlo Tansi: “La Pasqua funestata dal Covid-19 non ci abbatte”

Di Carlo Tansi
Seconda Pasqua di clausura a causa della pandemia da Covid-19, che ci deprime un po’ tutti. E come potrebbe essere altrimenti, considerato che il virus ha sconvolto le vite di ognuno di noi con la sua scia di morte, paura, rinunce e crisi economica? Un mix terribile che ci ha impedito di svolgere le più svariate attività, dalle più importanti, quali l’esercizio, libero e democratico, del diritto di voto, alle più frivole ma allo stesso tempo ricreative e ritempranti, come una semplice cena in compagnia degli amici o una lunga passeggiata al mare o in montagna senza limiti di sorta.
Purtroppo, però, per noi calabresi questa situazione insopportabile è, come se non bastasse il resto, arrivata ai limiti della tollerabilità, dal momento che tante inefficienze e inadempienze hanno acuito problemi già di per se stessi gravissimi proprio per effetto dell’imperversare del Covid-19. Un virus che uccide molta gente, ma in grado di separare tutti. Persino stretti congiunti e amici fraterni che chiunque di noi vorrebbe invece abbracciare.
Una voglia che aumenta esponenzialmente durante una festa Santa e altamente simbolica come la Pasqua. E appunto il suo avvento mi suggerisce di lanciare un messaggio di speranza formulando i più fervidi auguri a tutti voi. Donne e uomini di questa stupenda terra, un Tesoro di Calabria, che sono certo vivrà presto giorni migliori e una lunga stagione di riscatto per riuscire finalmente a togliersi di dosso quella vergognosa etichetta di Cenerentola del Sud Italia, del Paese e d’Europa per diventare viceversa una locomotiva quantomeno dell’intero Mezzogiorno e non solo.