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Legge sugli stupefacenti: cosa dice la Convenzione dell’Aia del 1912

Breve storia della Legge sugli Stupefacenti II - La “Convenzione di Shangai” avrebbe reso molti Paesi consapevoli dell’importanza di una normativa che regolamentasse il consumo di sostanze stupefacenti. Per questo, a partire da quel momento, non sarebbe trascorso molto prima che 67 stati sottoscrivessero una seconda convenzione.

Di Serena Callipari, Davide Barillà ed Enzo Nobile

Gli Stati Uniti, nell’anno 1912, avanzarono la proposta di un incontro che, proseguendo il lavoro iniziato a Shangai, fosse finalizzato all’adozione di un trattato internazionale vincolante per i Paesi sottoscrittori.
L’incontro si tenne all’Aia e vi parteciparono Cina, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia, Germania, Italia, Giappone, Persia, Portogallo, Russia, Siam (Thailandia) e Regno Unito.
Il 23 gennaio 1912, all’Aia, fu adottata la Prima Convenzione Internazionale per il controllo delle droghe, entrata in vigore per la Cina, l’Olanda e gli Stati Uniti l’11 febbraio 1915, mentre per gli altri Stati firmatari l’entrata in vigore è avvenuta successivamente con l’inclusione della Convenzione nel Trattato di Versailles, il 28 giugno 1919, assumendo, così, portata universale con i suoi quarantatré membri.
La Convenzione Internazionale sull’Oppio del 1912 fu il primo atto internazionale vincolante sulla proibizione del commercio di droga e di cooperazione internazionale per la lotta al traffico illecito di stupefacenti che prendeva in considerazione, per la prima volta (oltre all’oppio) altre sostanze come la cocaina e la morfina, che si erano diffuse in Nord America e in Europa.
Veniva, così, riconosciuta la pericolosità dell’uso dell’oppio e di altre droghe per fini diversi da quelli medici e molti stati si determinarono nel senso di adottare legislazioni nazionali in merito e gli Stati Uniti, nel 1913, con l’Harrison Act, decretarono l’inizio della politica antidroga statunitense del XX secolo.
Tuttavia, su alcuni aspetti, gli Stati partecipanti non trovarono un accordo, in particolar modo con riferimento alla questione della fabbricazione delle droghe, e la delegazione tedesca insistette affinché tutti i trentaquattro paesi produttori, fabbricanti e consumatori, ratificassero la convenzione prima della sua entrata in vigore.
Il conflitto mondiale, nel frattempo, aveva portato il consumo di droghe a livelli elevati in diversi paesi, andando a incidere sulla riluttanza di alcuni stati circa la necessità della Convenzione e, così, all’interno dei Trattato di Versailles del 1909 venne inserito l’art. 295 che prevedeva che gli stati che avessero firmato e ratificato i trattati di pace, avrebbero automaticamente firmato e ratificato la Convenzione sull’oppio.
La Convenzione sull’oppio, così, già nel corso della prima metà del XX secolo ottenne un’adesione universale, arrivando ad includere nel 1949 ben sessantasette Paesi.

Tratto da L’ingente quantità e il fatto di lieve entità della Legge sugli Stupefacenti; Key editore
Foto:
massimedalpassato.it

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