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Attualità

Scuola estiva: necessità o pretesto?

Di Maria Lavinia Toscano

La possibilità di un ritorno in classe durante il periodo estivo è un argomento d’attualità che, come tale, genera pareri discordanti. Un anno fa ci siamo trovati all’improvviso a dover affrontare una situazione d’emergenza pandemica che ha cambiato profondamente non solo la nostra vita scolastica, ma anche quella relazionale e sociale.
Nel maggio del 2020 ci accingevamo ad avere buone notizie per l’anno scolastico successivo ma, ahimè, dopo la riapertura delle scuole a settembre ci siamo ritrovati nuovamente a dover gestire la Didattica A Distanza, quella integrata e rientri saltuari a causa della seconda ondata. Sicuramente noi studenti del Liceo Classico Ivo Oliveti siamo stati fortunati ad avere a capo della nostra scuola una Dirigente Scolastica e un corpo docenti attenti e scrupolosi nell’organizzazione delle attività scolastiche. Siamo riusciti a trattare la maggior parte del programma senza particolari difficoltà, aiutando anche i compagni più fragili. Grazie alla caparbietà del nostro collegio docenti siamo riusciti, ogni volta che la scuola è stata riaperta, a frequentare le lezioni in modo sicuro e proficuo. Premetto che il corso di studi è abbastanza complicato ma, con il nostro impegno e la nostra forza di volontà siamo riusciti a ottenere ottimi risultati. Ovviamente parlo di risultati poiché da lì si nota la nostra dedizione nei confronti dello studio. Nell’occasione corrente, oltre che a titolo personale, vorrei parlare soprattutto a nome dei miei compagni e coetanei con cui, nonostante le difficoltà, stiamo condividendo quest’esperienza della nostra adolescenza. Come già detto ci sono molti pareri discordanti sul tema del ritorno in classe durante il periodo estivo, che fa sorgere problematiche organizzative ma presenta anche elementi positivi.
Dalla visione del piano di legge del Ministro Patrizio Bianchi, pubblicato in primis sul sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, abbiamo appreso che lo stesso intenderebbe articolare un programma scolastico estivo suddiviso in tre mesi. Per l’organizzazione di questo progetto sono stati stanziati 500 milioni di Euro. Queste somme, secondo me, si sarebbero potute utilizzare per il miglioramento delle strutture scolastiche, dei trasporti, del materiale didattico e, soprattutto, come incentivo per gli studenti. Oggettivamente, almeno noi del Liceo Classico di Locri non abbiamo perso nemmeno un giorno di attività scolastica e non abbiamo la necessità di recuperare il programma o le giornate di studio. Bisogna riflettere su tale elemento, perché in tante altre situazioni è stato sempre difficile ottenere stanziamenti per l’ordinaria amministrazione. La nostra visione pessimistica verso tale progetto, oltretutto, nasce dalla sensazione che il piano concludersi sfociare in un’improvvisazione, avere scarsa partecipazione e, soprattutto privare gli studenti della spensieratezza della stagione estiva all’esterno della scuola.
I fattori da considerare possono anche riguardare l’aspetto climatico. Si sa che da noi le estati sono abbastanza torride, che le scuole non sono dotate di impianti di climatizzazione e non tutte hanno aree esterne utilizzabili per questa circostanza. I collegamenti locali, nel periodo estivo, subiscono una decimazione: le corse degli autobus diminuiscono e gli orari potrebbero non coincidere con la conclusione dei corsi. Resta il fattore positivo della scoperta di nuove attività extrascolastiche come la recitazione, la lettura, la musica, l’arte e tante altre che, tuttavia, molti già svolgono al di fuori delle mura scolastiche. La socializzazione, che è già soddisfacente nell’ambito nostra piccola comunità, la si può realizzare all’esterno, cercando di fare o approfondire nuove amicizie.
Al di là di tutto, qualunque sia la scelta finale del Governo, non possiamo fare altro che prepararci a un’ennesima esperienza di vita. Forse, un domani, riusciremo meglio a comprendere ciò che ci è accaduto in questi anni raccontando ai nostri figli storie che a noi, al momento, sembrano surreali. Ci accorgeremo pian piano che la vita è cambiata e, quando terminerà l’emergenza di questo periodo, non dovremo, secondo me, guardarci indietro, ma affrontare una nuova quotidianità con rinnovati stimoli.

Foto: linkiesta.it

Redazione

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