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CronacaReggio Calabria

Chiuso il processo Ienco, entra nel vivo il processo Cordì

Sabrina Marziano è colpevole di aver ucciso il marito Ernesto Cosimo Ienco. Lo ha fatto con il concorso di Agostino Micelotta. Lei, sposata, madre di due figlie, è stata condannata a 23 anni di carcere. Sabrina ha 35 anni. Dovrà trascorrere i prossimi anni in prigione lontano dalle sue figlie, nate da un matrimonio con Cosimo Ernesto Ienco, ucciso a 31 anni mentre stava rientrando a casa dopo essere stato ad un matrimonio. Agostino Micelotta è stato condannato a 16 anni di carcere. Il 28enne aveva intrecciato una relazione sentimentale con Sabrina Marziano, come merge dalle motivazioni delle sentenze dei vari giudici che hanno tratto il processo, sia nel filone dell’abbreviato, sia in quello dell’ordinario. La Cassazione ha posto i sigilli alle sentenze dell’appello per entrambi gli imputati. Per Micelotta la decisione degli Ermellini è giunta a gennaio. Per Marziano è arrivata nella tarda serata di giovedì scorso.
Un ruolo importante è stato svolto dagli legali delle parti civili, l’avvocato Alfredo Arcorace e l’avvocato Angelica Commisso, che hanno seguito il processo sin dalle fasi iniziali e hanno contribuito, per quanto di propria competenza, a fare luce su un delitto sul quale si erano addensate nubi di vario colore, ma che sono state diradate nel corso delle udienze e dei vari gradi di giudizio.

Mentre un processo per omicidio finisce un altro è appena iniziato, a Locri, dove davanti ai giudici della Corte di Assise di piazza Fortugno è subito entrato nel vivo quello per il delitto di Vincenzo Cordì, rinvenuto cadavere nel novembre 2019 in località Scialata del Comune di San Giovanni di Gerace. In questo processo sono imputati l’allora compagna della vittima, Susanna Brescia, i due figli che la donna ha avuto da un precedente matrimonio, Giuseppe e Francesco Sfara, e infine è imputato Giuseppe Menniti, che viene considerato dalla Procura di Locri legato alla donna. Per i quattro imputati l’accusa è di omicidio aggravato in concorso tra di loro. La sola Susanna Brescia è imputata anche del reato di avvelenamento, in quanto il 15 aprile del 2016 “avvelenava un bicchiere di latte e un caffè destinati al compagno convivente Vincenzo Cordì prima che venissero da lui attinti, aggiungendo ai liquidi una sostanza allo stato non identificata e contenente, tra l’altro, del benzodiazepine, così cagionandone la perdita di conoscenza”. Dopo aver ingerito le sostanze indicate, Cordì “perdeva conoscenza fino a impattare contro un albero mentre si trovava alla guida della propria automobile.”
Per i quattro imputati del delitto Cordì il processo è iniziato e in aula si stanno confrontando l’accusa, la parte civile, rappresentata dall’avvocato Rocco Guttà, e il collegio di difesa al momento composto dagli avvocati Francesco Macrì, Antonio Ricupero, e Girolamo Curti, per i rispettivi assistiti.

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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