I pidocchi e i francobolli del Granduca
Di Frana
500 anni fa nasceva il Granducato di Toscana e Cosimo I de’ Medici è stato il secondo e ultimo Duca della Repubblica Fiorentina, che in quegli anni emetteva i suoi francobolli per il servizio postale. Purtroppo, per Cosimo, quello fu uno dei periodi peggiori, caratterizzato da un malessere economico dovuto a una lunga serie di annate scarse di grano, che impedivano alla gente comune di potersi permettere il pane. La fame e l’indigenza inducevano a comportamenti volti al risparmio assoluto. Ci si lavava meno e si indossavano gli stessi luridi cenci. Il luridume creava l’edilizia biologica buona per i pidocchi e per inquilini dal nome esotico: i Rickettsie, batteri che si installavano in subaffitto dei pidocchi stessi. Allora di tifo si moriva certo, ma non come per altre epidemie ben più letali come l’innominabile peste.
Ma in quegli anni per gli amanti della filatelia classica riguardante gli Antichi Stati Italiani, si segnala una scoperta rivoluzionaria per i collezionisti del Granducato di Toscana: una serie di prove speciali inedite che farebbero riscrivere tutta la storia dei francobolli Marzocco con aggiornamento dei cataloghi specializzati.
Infatti, sulla base degli esemplari sopra illustrati, va messa in discussione l’ipotesi che vi fosse un’unica incisione priva del tassello del valore e che esso venisse sostituito a seconda del nominale del francobollo che si voleva stampare: qui appare inequivocabile come fossero stati approntati cliché definitivi per ogni valore.
Altro particolare di rilievo, secondo queste prove (caratteristica visibile meglio nell’ingrandimento) è che i francobolli non sarebbero stati stampati su carta azzurrina in pasta, ma con un fondino celeste preparato sotto ogni valore prima della stampa del francobollo.
L’emissione è rarissima… altro che pidocchi!
Buona caccia!
Foto di copertina: Giovanni Battista Naldini, Ritratto di Cosimo I de’ Medici