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Il 1994 e la variabile spopolamento

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Ci siamo lasciati alle spalle una campagna elettorale anomala. Anzitutto perché determinata da un fatto drammatico senza precedenti, in seconda luogo perché durata praticamente un intero anno. Questo ha fatto sì che, giunto il momento di presentare liste e programmi nei tempi previsti dalla legge, molti siano stati i candidati che, ai grandi tour, hanno preferito poche tappe nei territori di appartenenza, spesso investendo il minimo indispensabile nella promozione.
Ciò non toglie che ci siano state sorprese. Certo non lo è stata la vittoria di Roberto Occhiuto, in grado di cavalcare l’onda (anche emotiva) di quanto realizzato dalla Giunta Santelli, regalando per la prima volta alla Calabria continuità politica tra due successive consiliature. È stata una sorpresa, invece, la distribuzione dei voti all’interno della sua coalizione, in cui l’ha fatta da padrone Forza Italia (7 seggi conquistati e il primo dei non eletti, Domenico Giannetta, con poco meno di 10mila voti) confermando che la Calabria costituisca un unicum rispetto all’andamento politico registrato nel resto del Paese. La ventata di 1994 che abbiamo respirato durante lo spoglio si è anzi rafforzata osservando il dato degli altri partiti: il numero di seggi ottenuto da Fratelli d’Italia e Lega è stato infatti inferiore alle aspettative e in molti casi determinato da un voto alla persona più che all’ideologia (il caso Giuseppe Gelardi docet). Sorprendente, invece, l’affermazione di Coraggio Italia, realtà politica recentissima, evoluzione del movimento Cambiamo! del presidente della Liguria Giovanni Toti che, messasi in gioco sul nostro territorio, è pronta adesso a scalare più alte vette forte di due consiglieri eletti che dimostrano la capacità di toccare le giuste corde dell’elettorato.
Passando agli sconfitti, ho trovato stranianti le affermazioni di Amalia Bruni all’esito del risultato elettorale. Davvero ci si aspettava di più dopo che, per tutto l’anno, si è dato spazio solo a polemiche e alleanze raffazzonate? Le dinamiche che hanno portato alla scelta della candidata a presidente da parte del segretario del Partito Democratico sono state solo il primo di una lunga serie di errori, in cui vanno annoverati la replica a ogni costo dell’alleanza di governo PDMovimento 5 Stelle e una campagna elettorale inesistente al di fuori dei grandi centri. È chiaro che il PD, a livello regionale, è ormai retto da due o tre nomi ai quali comunque non si dà fiducia per il futuro, che il M5S canti vittoria per la conquista di due seggi in Consiglio Regionale nel suo momento di minor consenso e che il progetto di Tesoro Calabria, per il quale continuiamo ad ammirare la tenacia di Carlo Tansi è, allo state delle cose, naufragato.
In quest’ottica è relativamente più lusinghiero il risultato ottenuto da Luigi De Magistris. Le proiezioni che lo davano al 18%, secondo i più esageratissime, non si sono rivelate tanto distanti dalla realtà. Complice, al netto della cocciuta determinazione a realizzare una campagna elettorale artigianale, l’instancabile tour dei territori e una dialettica che, devo ammetterlo, mi aveva convinto di trovarmi dinanzi alla sorpresa di questa tornata elettorale. L’effetto Lucano, tuttavia, si è fatto sentire molto meno di quanto mi sarei aspettato, a riprova che la società civile, in fondo, voglia vederci ancora più chiaro prima di affidarsi a realtà politiche così fuori dagli schemi.
Mario Oliverio, infine, resta la grande incognita di queste elezioni. Non posso credere che un politico d’esperienza come lui non fosse consapevole che il suo fosse un gioco a perdere. Se volessi malignare, penserei che questa candidatura sia stata ideata per mettere i bastoni tra le ruote a qualcuno più che per riprendere in mano le redini della Regione. Ma, ad urne fredde, è ormai chiaro che questa operazione abbia solo minato la credibilità politica sua e di chi ha ne ha sostenuto il progetto.
Una bella sorpresa è stata invece l’affermazione di due Consiglieri Regionali della Locride. Non credevo che il nostro territorio sarebbe riuscito a conseguire questo risultato, invece la capacità e la passione di Giacomo Crinò e Salvatore Cirillo sapranno tenere alta l’attenzione della Cittadella sulle problematiche del nostro comprensorio. Menzione d’onore, ovviamente, a Giovanni Calabrese: ha ottenuto un risultato straordinario che, come Leonida alle Termopili, lo ha visto uscire vittorioso dinanzi alla più cocente delle sconfitte.
Concludiamo parlando di affluenza. Tutti hanno commentato con amarezza che solo il 44,36% dei calabresi si siano recati alle urne, ma credo che nessuno abbia centrato il vero problema, che non è l’astensionismo. Facendo una stima approssimativa dei calabresi effettivamente domiciliati in regione, infatti, ritengo che questo dato si possa ragionevolmente alzare di almeno 20 punti percentuali. Prendiamo a esempio Mammola, dove si sono recati alle urne il 31,41% dei 5.549 aventi diritto. Il paese, da censimento del 2017, conta però solo 2.781 abitanti, quindi è ragionevole supporre che i residenti con diritto di voto siano circa 2.400: ecco che i 1.743 cittadini recatisi alle urne diventano più del 72% degli aventi diritto… E che dire di Camini, tornato alla democrazia nonostante l’unico aspirante sindaco sia stato ben lungi dal raggiungere il quorum? Ciò che questo dato evidenzia, dunque, non è l’astensionismo, ma lo spopolamento. La nuova Giunta Regionale, allora, dovrebbe diventare consapevole che, se vuole avere una cittadinanza più partecipe della vita politica, deve anzitutto avere una cittadinanza. Il che vuol dire che non deve più domandarsi come riavvicinare le persone alla politica e, per estensione, alla res publica, ma creare una buona volta le condizioni infrastrutturali e lavorative per cui le persone si convincano a restare in questo territorio.
Qualcuno, durante la campagna elettorale, ha posto le basi di questo discorso.
Adesso Roberto Occhiuto deve prestargli orecchio.

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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