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Nuove norme sugli stabilimenti balneari: «Colpo mortale per la Calabria»

Dall’Ufficio Stampa La Calabria che Vogliamo

La disciplina nazionale che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative fino al 2023 collide con l’articolo 49 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e con l’art. 12 della direttiva 2006/123 della Comunità Europea.
Per l’effetto, tali norme non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione. Lo hanno stabilito le Adunanze Plenarie del Consiglio di Stato, nº 17 e 18, depositate il 9 novembre 2021.
Fabrizio Licordari, Presidente di Assobalneari Italia, aderente a Federturismo Confindustria, ha commentato duramente quanto deciso dall’organo amministrativo:

Il Consiglio di Stato dopo aver bocciato quanto disposto dalla Legge 145/2018, ignorando di fatto i fondamentali diritti costituzionalmente garantiti in gioco, quello della proprietà privata delle aziende balneari, della libertà di impresa, del legittimo affidamento sul quadro normativo esistente, dispone esso stesso, sostituendosi al legislatore, una proroga biennale della durata delle concessioni esistenti, finalizzata alla predisposizione dei bandi di gara, anche in assenza del necessario riordino del quadro normativo.
Con la conseguenza che nella probabile assenza di nuove norme certe, dato il breve lasso di tempo, ci si verrà a trovare di fronte al crollo di un intero settore economico che contribuisce oggi in larga parte a produrre il 13% del Prodotto Interno Lordo nazionale, con conseguenze sociali devastanti.
Non smetteremo mai di chiederci perché il problema della direttiva di Frits Bolkestein si pone in questi termini solo in Italia ma non in stati della UE nostri competitori turistici quali Spagna, Portogallo e così via, dove esiste una normativa che assicura lunga durata e certezze alle imprese concessionarie che hanno copiato e importato il nostro modello di balneazione.
Abbiamo oggi la necessità di incontrare in tempi rapidi i leader dei partiti di Governo e di opposizione, perché la Politica deve riappropriarsi del suo ruolo, occupato oggi con questa sentenza da un manipolo di giudici, e difendere 30.000 imprese con i suoi 300.000 addetti più tutto l’indotto.

Giuseppe Nucera, presidente di Assolbalneari Calabria, si allinea a quanto dichiarato da Licordari e lancia l’allarme a livello regionale:

Con questa sentenza del Consiglio di Stato il turismo balneare calabrese ha ricevuto un colpo mortale. Ci sono oltre 3mila aziende fondate sulle concessioni demaniali, migliaia di operatori e lavoratori che svolgono attività sia stagionale che annuale. La Calabria, con i suoi 800 km di costa, deve riaffermare il suo diritto all’impresa, che ha prodotto economia e occupazione nel fondamentale settore del turismo.
Bisogna condurre una battaglia di prima linea, tutte le forze politiche devono isolare gli sprovveduti che pensano di fare l’interesse del pubblico quando invece si scatenano contro gli imprenditori. Nelle prossime settimane ci saranno iniziative importanti, il presidente nazionale Licordari sarà in Calabria e tutti insieme con una protesta civile e con ogni mezzo legale difenderemo a spada tratta le le nostre aziende.

Redazione

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