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Costume e Società

Bianco ricorda i caduti di Nassiriya: «Diedero la vita per qualcosa per cui valeva la pena lottare»

Ieri mattina, all’istituto comprensivo Macrì di Bianco, si è svolta un’importante cerimonia di commemorazione per ricordare i morti della Strage di Nassiriya. L’evento si è svolto all’interno del plesso della scuola media, osservando tutte le norme di sicurezza anti Covid-19, alla presenza della dirigente scolastico Rosalba Zurzolo, del commissario prefettizio Francesco Campolo, dell’Arma dei Carabinieri, rappresentata dal comandante di Compagnia Luigi Garrì e dal comandante di stazione Giovanni Piccolo, dalla Polizia di Stato di Bovalino, dalla Polizia Locale di Bianco, dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Bovalino, dalla Guardia Costiera di Bianco, dall’associazione Locride Associazione Donatori di Sangue, dal personale docente e dagli alunni delle classi prime della scuola secondaria di primo grado, mentre i restanti studenti hanno assistito dalle proprie aule con modalità Didattica A Distanza. Ad aprire l’evento la dirigente Zurzolo, che ha ringraziato i presenti e definito la ricorrenza speciale sotto più punti di vista. «Quel momento, che ha portato via numerose persone nel momento dell’adempimento del dovere – ha dichiarato Zurzolo, – ci lascia un esempio di grande speranza, perché chi ha sacrificato la propria vita per la propria patria, nella speranza di consegnare ai posteri un mondo migliore e di grande solidarietà, va ricordato». Parole foriere di speranza hanno toccato i cuori dei presenti che hanno ricordato il momento in cui, alle 10:40 – le 8:40 in Italia – del 12 novembre del 2003 un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all’ingresso della base Multinational Specialized Unit dei Carabinieri. L’esplosione provocò quella del deposito munizioni della base uccidendo 28 persone. 19 erano italiane: 12 carabinieri, 5 militari e 2 civili, un cooperatore internazionale e un regista che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione di Nassiriya da parte dei soldati italiani. I feriti furono 58. Anche il commissario Francesco Campolo ha voluto dare lustro a un evento che, con il tempo, ha assunto un particolare importanza per le successive generazioni. «L’arma dei Carabinieri oggi è il nostro ospite speciale – ha affermato il commissario. – Oggi siamo qui per ricordare quello che stavano facendo, perché si trovassero lì e perché sono morti». La parola è dunque passata al capitano Garrì che, rivolgendosi ai presenti, ha ammesso di essere molto emozionato. «È importante ricordare quello che è successo, perché la scuola è un maestra di vita. Immaginatevi quanto sia complicato per un Carabiniere lasciare casa e andare in un Paese lontano per cercare di esportare dei valori sani, cercando di dare la possibilità a dei ragazzi come voi di poter andare a scuola e di poter ritornare a una vita normale. I Carabinieri si trovavano il quel posto per aiutare quel popolo. I caduti a Nassiriya hanno sacrificato la vita per un motivo validissimo, sono degli eroi, e questo ci ricorda che nella vita dobbiamo sempre trovare qualcosa per cui valga la pena lottare». Inoltre Garrì ha ricordato agli studenti che «i Carabinieri sono vostri amici, non imponetevi mai con la forza, per qualsiasi cosa saremo al vostro fianco». Durante la manifestazione la dirigente Zurzolo, il commissario Campolo e il capitano Garrì hanno ampiamente interagito con i ragazzi che hanno posto delle domande, ricevendo risposte concrete che sicuramente serviranno per la loro formazione culturale, sociale e professionale. Dal canto loro anche gli alunni hanno illustrato ai presenti il lavoro svolto, coadiuvati dal personale docente, dimostrando di aver compreso l’importanza della giornata. Infine, una corona commemorativa è stata portata presso il Monumento ai Caduti di Nassiriya sito nella frazione Pardesca del comune di Bianco.

Redazione

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