Polo di ricerca pedagogica: un punto di riscatto per Riace e la Calabria
Di Mariolina Castiglione
Essere stata presente sabato, a Riace, alla presentazione del progetto del Polo di ricerca pedagogica partendo dalla cura, il primo in Italia, è stata una bellissima esperienza, di quelle che fanno tornare tutti a casa un po’ più ricchi.
E per questo devo ringraziare Eleonora Aloise Pegorin, la cui storia è stata raccontata in quel libro, Il dolore sospeso, che ha segnato l’inizio di questo percorso. È la storia di una bambina, che vive un’infanzia terribile, affamata e assetata, chiusa in un ripostiglio che è rifugio e punizione; un’infanzia senza spazio per la gioia. E poi è la storia di un’adulta che dal dolore e dalla violenza costruisce una storia di riscatto, e di cura.
Ho chiesto spesso a Eleonora perché quella mail l’avesse mandata proprio a me e alla fine mi sono detta che è perché di me ha recepito il desiderio di curare. Lei, che non è stata mai curata se non da adulta, era sicura che fossi la persona giusta per accogliere il suo appello, onorandomi di una fiducia che ho voluto fortemente ripagare.
Oggi abbiamo segnato un punto di riscatto per Riace e per la Calabria: il Polo di ricerca pedagogica, partendo dalla cura, nasce proprio qui, dove i cittadini si sono visti negare il diritto alla salute e dove, come Stato, siamo intervenuti con un decreto ad hoc, il Decreto Calabria.
Con questo polo di ricerca avremo dati su quanti sono gli episodi di violenza, dove si concentrano maggiormente e potremo potenziare la formazione e la prevenzione, che anche contro la violenza domestica sono le armi più efficaci.
La prossima riorganizzazione territoriale della sanità punterà su strutture che faranno da filtro tra i cittadini e gli ospedali, tra cui le case comunità, che creeranno reti di cure prossime e anche di servizi socio assistenziali sui territori. Anche questo polo di ricerca spero possa far parte della rete di cure territoriali.
Ma la prima rete, quella più forte, deve essere quella che riusciremo a stringere, mettendo insieme associazioni, comitati, cittadini, per tutelare tutti ma soprattutto i più fragili.