Di Chiara Galluzzo
L’antica storia del ricamo e le donne calabresi è il tema della conferenza che si è tenuta nei giorni scorsi a Soverato, presso la sala consiliare, con un momento di intensa condivisione di un’idea-progetto finalizzato alla promozione di laboratori di ricamo guidato nelle scuole, attraverso conferenze e incontri con associazioni culturali, di volontariato e dell’Università della Terza Età. Il progetto nasce dall’intuizione della professoressa Bruna Filippone, attiva operatrice culturale, fondatrice dell’associazione culturale Magna Grecia e componente della Federazione Italiana Donne Arti, Professioni, Affari. Insieme a lei, anche la scrittrice Palma Comandè e l’operatrice culturale Gemma Madìa, che hanno affascinato gli ascoltatori tramite racconti antichi sul ricamo, visto come simbolo di intelligenza e conoscenza. La volontà di queste donne è realizzare un progetto che abbia lo scopo di portare avanti queste tradizioni di ricamo, abitudini educative che parlano della cultura calabrese. Creando laboratori di ricamo guidato nelle scuole, anche le giovani generazioni potranno acquistare questi valori che si stanno abbandonando. Durante tutta la conferenza, infatti l’obiettivo è stato uno: valorizzare queste antiche tradizioni conservando la memoria, diffondendo e tutelando il patrimonio del sapere legato a quest’arte. Palma Comandè ha dedicato un libro all’arte del ricamo, La Padrina, nel quale spiega che quest’attività creativa è strettamente legata alla formazione femminile e in cui il ricamo viene visto come un momento di sfogo, di piacere, un momento di ritrovo tra donne, di crescita e formazione socio-culturale. Nel tempo il ricamo, da ripetitivo, è diventato creativo, un’attività che esprime il mondo interiore della donna. La conferenza si è conclusa affermando che i meravigliosi ricami sono opere esclusive, frutto della costanza che le nostre nonne ci hanno tramandato, per questo è importante ricordarle.
Foto di copertina: ilmattino.it
