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Costume e SocietàLetteratura

Il Klèros

La Repubblica dei Locresi di Epizephiri LXII

Di Giuseppe Pellegrino

Il Klèros non era alienabile, se non dietro l’autorizzazione del magistrato; era trasmissibile agli eredi, ma non divisibile, per cui avveniva che, quando gli eredi erano più di uno, spettava al figlio maggiore la conduzione del fondo, dando agli altri eredi la propria parte. Non era trasmissibile alle figlie femmine, che ereditavano solo in assenza di eredi maschi, ma dovevano convolare presto a giuste nozze. Se l’eredità era proveniente dal marito deceduto, l’obbligo del matrimonio comprendeva il fatto che di preferenza il marito andava scelto tra i fratelli del defunto marito.
Queste peculiarità portano a delle conclusioni obbligate duplici. Una terza considerazione è da fare per il periodo successivo al IV secolo a.C. (ossia, dopo il 354 a.C.) quando, alla decadenza dei Klèroi si avvera la presenza di una nuova cassa sociale, che era quella degli artigiani e dei commercianti (con la fine del divieto zaleuchiano di interposizione nella vendita dei prodotti che potevano essere venduti solo direttamente dai produttori e con l’avvento del nomisma, ovverodella moneta).
La prima fase obbliga a distinguere la prima della Fondazione di Locri da quella successiva. Locri era una grande polis per la ragione che aveva fin dal suo trasferimento da Kramatia a Janchina almeno Mille (kyloi) uomini adulti in condizione sia di prestare la loro opera in guerra sia di poter contribuire al mantenimento della città. Nella prima fase, poiché tra Klèroi e Cittadini adulti vi era corrispondenza assoluta, e probabile che fossero persino più di mille.
In questo periodo tutti i cittadini partecipavano alle decisioni. Non vi era alcuna aristocrazia dei Kyloi. Il termine sta solo a indicare che Locri aveva una comunità di almeno Mille (o più di Mille, ma almeno Mille) uomini capaci di prestare il servizio militare, capaci di poter contribuire al mantenimento della polis e, quindi, di votare. Si può tranquillamente accostare il termine Kyloi a Klèroi (possessori di terra dello stato), per la ragione tutti i locresi maschi in età adulta, ebbero alla fondazione di Locri in contrada Janchina di Portigliola, il loro appezzamento di terra sorteggiato da Zaleuco o da chi per lui. Certo, nel concetto di Comunità erano esclusi i Siculi, gli Italioti e anche gli Enotri e i Morgeti: tutta gente, questa, da considerare Perieci. Solo in fase tarda, sicuramente dopo la riforma che ha introdotto a Locri la moneta, a una classe di Klèroi, che era diventata la sola proprietaria di terra si aggiunse il ceto, che possiamo definire popolare, ma in concreto un ceto di artigiani, alla classe dominante greca. L’episodio della venuta di Annibale a Locri ne è una prova. Ma da qui ad argomentare che Locri fosse una città a regime oligarchico o aristocratico ce ne corre: Locri è nata come Democrazia Diretta del Popolo; le successive trasformazioni in epoca tarda non ci riguardano, perché così ragionando potremmo addebitare ad Atene anche il regime dei Colonnelli, e così non è. Vi partecipava tutto il Popolo di adulti. Si trattava di una popolazione giovane, con pochi vecchi.


Edil Merici

E allora occorre presupporre, seppure non vi è prova (ma l’ipotesi è più che ragionevole), che per giovane adulto si intendeva un uomo di trenta-trentacinque anni, capace di essere idoneo per la guerra, per la pace e di contribuire al sostenimento economico della città-stato.
Non era di ostacolo alla partecipazione alla Dàmos, il fatto che in successione il Klèros fosse amministrato dal solo figlio maschio più grande. Perché questo non eliminava né la qualità di klèroi né l’obbligo di prestare il servizio militare, né quello di pagare le tasse, anche se in concreto questo avveniva per attività del figlio maschio più grande onerato di contribuire all’Erario per sé stesso, ma anche per tutto il Klèros e, in definitiva, per tutti i successibili.
Ciò fino a quando si è verificata la prima delle cause della decadenza di Locri: ossia, il Klèros non era più in condizione di garantire neppure la sopravvivenza della famiglia che nel tempo, la nascita di tanta prole, aveva reso il Klèros insufficiente alla bisogna. La cosa era ben presente in Aristotele, che suggeriva che ai Klèroi fosse imposto di avere sempre lo stesso numero di figli, sicché il rapporto klèros-klèroi fosse sempre uguale.
Come si vede neppure la Cina, impedendo di avere più di un figlio, ha inventato niente. Nella prassi si era verificato presso i Greci, per porre un qualche rimedio al problema, che si desse inizio alla poliandria (presso gli Spartani) e, addirittura, si era instaurato l’uso di abbandonare i bambini.
La seconda delle caratteristiche del Klèros a Locri era che la gestione del bene, sempre affidata al primo genito, che lo gestiva anche nell’interesse degli altri fratelli, ma in concreto egli solo era nei rapporti con i Terzi e con la Pòlis per il pagamento delle tasse e anche per la panoplia, ossia l’onere di armarsi a sue spese per la guerra. Su quest’ultimo punto, però, Locri faceva eccezione per le ragioni che saranno spiegate quando parleremo di Esercito e di Erario.
Sempre ricordando il grande Alcmeone, dall’insieme di questi dati certi è possibile trarre considerazioni condivisibili. È verosimile che il diritto di voto non fosse in capo solo a colui che gestiva il Klèros e, quindi, non i Kyloi erano coloro che potevano votare in assemblea, ma i Kleroi, in rappresentanza di ogni nucleo famigliare. In concreto votava tutto il Demos con funzioni all’interno della famiglia di delega e rappresentanza di tutto il nucleo famigliare. Ma siccome al primo genito era solo demandata la gestione della terra data dalla Polis e non anche i diritti politici, è più facile ipotizzare che tutti i Klèroi, anche quelli non primogeniti, godevano del diritto di voto. Il numero Mille, al quale si appiglia Polibio in un passo che riporteremo per intero, o era una sua interpretazione non corrispondente al dato di fatto, o era, quasi sicuramente, un errore voluto, dato che il passo serve a contestare Timeo di Tauromenio quando afferma che a Locri vi era una Legislazione unica e un popolo progredito rispetto al resto della Grecia. In ultima ipotesi i Mille erano il numero minimo che occorreva che una Polis avesse per rientrare nei parametri della Comunità ideale per la sua gestione diretta da parte del Popolo attraverso la Dàmos. Sempre, secondo Platone.

Foto: focusjunior.it

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