Dalla Russia con… furore
Di Francesco Salerno
L’ultimatum russo all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è ormai agli sgoccioli. Le rivendicazioni del Cremlino in merito alla non entrata di Ucraina e Georgia nella NATO, sono a oggi inascoltate.
La Russia, che teme l’entrata di questi Paesi nel Patto Atlantico, ha chiarito più volte di non volere sull’uscio di casa istallazioni missilistiche e militari sotto il diretto controllo degli Stati Uniti. Questi ultimi, dal canto loro, pare ce la stiano mettendo tutta per scatenare una crisi mondiale che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. La stessa Unione Europea non si sta rivelando di grande aiuto nel risolvere la questione. Facendo un po’ la parte degli gnorri, i nostri leader stanno difatti contribuendo ad aumentare le tensioni internazionali tra le due superpotenze.
Vladimir Putin, dal canto suo, ha fatto intendere che non ha alcuna intenzione di scherzare. Meno di una settimana fa oltre 100.000 soldati russi sono stati mobilitati verso il fronte ucraino, insieme a ingenti mezzi corazzati sia terrestri sia aerei.
Di tutto questo, quasi nulla viene a oggi preso in considerazione dai nostri media. Troppo impegnati a saturare la discussione pubblica con servizi ora sul Covid-19, ora sul toto nomi per la corsa al Quirinale.
Per farvi capire la gravità reale della situazione, basti pensare che i colloqui diplomatici, in atto ormai da alcuni mesi, sono a oggi a un punto morto.
Lo sono al punto che il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha recentemente dichiarato:
C’è un rischio reale di conflitto armato in Europa, ma stiamo facendo il massimo per evitarlo…
Una dichiarazione apparentemente cauta ma che, se letta tra le righe, ci pone davanti tutta la reale gravità del problema. Nel frattempo, gli stessi vertici NATO fanno sapere che proveranno a continuare con una serie di incontri programmati, onde evitare il peggio e proseguire con la via del dialogo.
Non ci resta che pregare che si giunga a una risoluzione pacifica della crisi e al contempo lanciare un appello ai nostri politici nostrani. Magari sarebbe ora di interessarsi anche a quello che accade oltre le Alpi.
Foto: eastjournal.net