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Costume e Società

Quella stupida follia che ci fece riuscire nell’impresa

Pensieri, parole, opere… e opinioni

Esattamente un anno fa pubblicavamo i nostri primi articoli su Métis, osservando, proprio in queste ore, il frutto di un lavoro che era andato avanti per mesi senza annunci o proclami. Benché sperassimo di dare uno scossone all’informazione locale, nessuno di noi, all’epoca, poteva immaginare che terremoto avrebbe innescato la pubblicazione della nostra testata. Anche se le persone avevano un’idea di chi fossimo, nessuno si spiegava infatti il perché di questa avventura editoriale, capiva chi l’avesse commissionata o comprendeva la natura di un lavoro che non si piegava ai diktat dell’informazione urlata ma, nell’era del click compulsivo, promuoveva invece l’approfondimento e non abusava della cronaca. Un anno dopo posso affermare che questa scelta atipica ha pagato, perché siamo riusciti a destare un’interesse crescente e salutare, fatto non di una fruizione mordi e fuggi della notizia, ma di una fidelizzazione del lettore che oggi sa dove recarsi per approfondire una tema che colleghi più bravi di noi hanno comunicato con maggiore tempestività, ma che nessuno ha sviscerato.
Alcuni mesi prima della nascita di Métis mi dissero che per fondare un giornale in questo territorio bisognava essere folli o stupidi. Parole che mi fecero temere di stare per imbarcarmi in un’impresa più grande di me, tanto più che oggi, come allora, stiamo attraversando una delle più gravi crisi economico-sociali della storia dell’umanità, ma che vennero presto cancellate dall’ottimismo contagioso di Franco Napoli. Quella nostra stupida follia, infatti, ci ha permesso di affrontare a cuor leggero le peggiori difficoltà anzitutto grazie a un gruppo di persone straordinarie e generossissime, che hanno investito tutto il proprio talento e tantissimo del loro prezioso tempo nel nostro progetto senza aspettarsi nulla in cambio. È soprattutto grazie a loro se siamo riusciti a riempire di buone notizie quelle prime, frenetiche giornate ed è sempre grazie a loro se abbiamo potuto espandere, forse lentamente, ma con costanza, la nostra rete di contatti e conoscenze arrivando, proprio in queste ultime settimane, lì dove altri (ancora) non sono arrivati.
Come ripeto da diversi mesi, è adesso che comincia la vera sfida. Se siamo riusciti, infatti, nell’eroica fatica di farci conoscere sul territorio, adesso dobbiamo rimboccarci le maniche per dimostrare al mondo che siamo qui per restare e, soprattutto, quale strada stiamo tracciando per affrontare i prossimi anni.
Non posso (né voglio) fare pronostici su quale sarà il contenuto del mio editoriale per il secondo anno del giornale, ma su quali pilastri poggerà la linea editoriale dei prossimi 365 giorni lo sappiamo bene. Mi riferisco, ovviamente, alle nostre rubriche, marchio di fabbrica di un quotidiano online che sogna di narrare la realtà con il piglio di un giornale di approfondimento e che è pronto a rinnovarsi e crescere grazie all’arrivo di firme prestigiose. Come sempre, le nostre rubriche verranno proposte a cadenza settimanale e, oltre che alle 13, visto il loro numero accresciuto, saranno pubblicare a partire da oggi anche alle ore 14 (salvo significative eccezioni che vi segnalo). Un modo per aiutarvi a fissare gli argomenti che vi interessano e assicurarvi di non perdere nemmeno un appuntamento con il vostro autore preferito (i cui pezzi, in ogni caso, saranno sempre reperibili attraverso il tag con il suo nome che trovate in fondo all’articolo).
Il lunedì, quindi, spazio a Pensieri, parole, opere… e opinioni, mio editoriale nel quale commentiamo il fatto della settimana e a Frammenti e riflessi, raccolta di poesie di Massimo Pedullà che si interroga sul senso della vita. Il martedì rimane l’appuntamento con I francobolli e la Posta, rubrica che ripercorre la storia del francobollo facendoci riscoprire la bellezza della filatelia, cui seguirà Le ricette di Maria, rubrica di gastronomia di Maria Sergio il cui primo appuntamento è giusto tra un’ora! Mercoledì, dunque, spazio alla giurisprudenza con Breve storia giuridica del contrabbando e alle meravigliose storie dalla Calabria di Francesco Marrapodi. Giovedì, invece, l’appuntamento è addirittura triplo con il romanzo di Francesco Cesare Strangio Templari e le poesie della quotidianità in vernacolo di Bruno Versace, cui si aggiunge, alle 21, l’attesissimo Cartomante di Bruno Siciliano, che vi attende con il suo primo appuntamento proprio la sera del 3 febbraio. Ci avviciniamo al fine settimana con Le Cronache di Atlantidea, avventura fantasy di Luisa Totino e La Voce Letteraria di Luisa Ranieri, che continuano ad attendervi il venerdì, mentre il sabato prosegue il viaggio della nostra prima rubrica, La Repubblica dei Locresi di Epizephiri di Giuseppe Pellegrino, che sarà affiancata dalle splendide riflessioni sulla società e la cultura calabrese di Mimmo Catanzariti. Chiudiamo con la domenica, quando, ad attendervi, troverete come sempre Locride… e dintorni in Mountain Bike di Rocco Lombardo e un ciclo di racconti in quattro parti di Francesco Salerno. E, se tutto questo non vi pare abbastanza, abbiamo anche altre rubriche che fungeranno da veri e propri battitori liberi durante la settimana. Mi riferisco a Il rompiscatole di Francesco Selerno che, commentando un fatto di attualità, sarà pubblicata al bisogno (anche con più appuntamenti settimanali), alla rubrica che commenta il fenomeno mediatico del momento di Anastasia Cicciarello e a quella che, proprio in questi giorni, farà il punto delle serate del Festival di Sanremo grazie all’impegno di Raffaella Centaro.
Appuntamenti estemporanei che arricchiranno ulteriormente la nostra offerta che continuerà, naturalmente, a darvi in parallelo anche tutte le ultime notizie dalla Locride. Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, ma mi rendo conto di aver abbondantemente disatteso la regola aurea che ci eravamo imposti un anno fa di non andare oltre un determinato numero di battute per non annoiare il lettore.
Per cui, ringraziandovi per essere arrivati fino in fondo all’articolo e, soprattutto, per averci scelto, io vi do appuntamento a lunedì ma vi raccomando, nel frattempo, di continuare a seguirci!

Foto: depositphotos.com

Jacopo Giuca

Nato a Novara in una buia e tempestosa notte del giugno del 1989, ha trascorso la sua infanzia in Piemonte sentendo di dover fare ritorno al meridione dei suoi avi. Laureatosi in filosofia e comunicazione, ha trovato l’occasione di lasciarsi il nord alle spalle quando ha conosciuto la sua compagna, di Locri, alla volta del quale sono partiti in una altra notte buia e tempestosa, questa volta di novembre, nel 2014. Qui ha declinato la sua preparazione nella carriera giornalistica ed è sempre qui che sogna di trascorrere la vecchiaia scrivendo libri al cospetto del mare.

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