Sanità nella Locride sempre più affanno: l’allarme dei comitati
Dai Comitati DifendiAmo l’Ospedale e Casa della Salute e dal Corsecom
Ancora oggi, nonostante nuove nomine o cambi ai vertici, ci ritroviamo nelle medesime condizioni riprovevoli di sempre, come se il diritto alla salute fosse qualcosa sempre e solo da calpestare.
A malincuore e indignati apprendiamo della sospensione, avvenuta qualche giorno fa, dell’attività endoscopica a cui è stato costretto a ricorrere Rocco Arcà, dirigente del reparto di Gastroenterologia del nosocomio locrese.
A lui va tutta la nostra solidarietà e lo ringraziamo per quello che fa nonostante gli estremi sacrifici a cui è sottoposto.
Lo stesso, da agosto 2021, non può eseguire le gastroscopie e, da ottobre nemmeno le colon.
La sospensione è dovuta all’assenza dei necessari strumenti endoscopici mai pervenuti al reparto nonostante l’espletamento della gara per l’acquisto conclusasi in data 5 novembre 2021.
Non dimentichiamo che parliamo di strumenti che sono la base per la diagnosi e la prevenzione di determinate malattie.
Come si possono garantire, a queste condizioni, i servizi ai cittadini?
Sono mesi che si invita l’Azienda Sanitaria Provinciale e i vertici aziendali a ovviare a questa grave carenza per poter mettere i medici in condizioni di lavorare e non invece di costringerli ad arrendersi!
Se le carenze di un reparto vengono più volte denunciate, se per sopperire ai casi si lavora con strumenti dati in prestito da altri reparti ma poi ovviamente da restituire, come si può andare avanti?
Un reparto chiuso dovrebbe far vergognare chi di competenza per non essere in grado di gestire e amministrare la struttura che gli è stata affidata.
È chiara ormai la manovra a favore del privato, contro il quale non abbiamo nulla, ma le due realtà devono coesistere e lasciare al cittadino la possibilità di scegliere.
Tutti dobbiamo avere le medesime possibilità e il medesimo accesso a cure e indagini, che così facendo vengono meno per chi una visita a pagamento non può permettersela.
Quando all’interno dell’Ospedale di Locri si chiude o si depotenzia un reparto fa rumore il silenzio di tanti e soprattutto il silenzio di chi ogni giorno proclama lotte per la sanità ma ai proclami non fa seguire i fatti.
Attraverso atti, comportamenti od omissioni, non state tutelando, ma violando il nostro diritto alla salute e la cosa più spregevole è che il cittadino non ha la possibilità di difesa.
Come Comitato pretendiamo delle risposte subito. Cosa è successo dopo l’espletamento gara per l’acquisto degli strumenti?
Vogliamo sapere l’esito e vogliamo sapere a nome dei cittadini quando sarà ripristinata in pieno l’attività del reparto!
Vogliamo anche sapere perché, con 86 milioni di euro, all’Ospedale di Locri non è destinato nessun acquisto ma solo il potenziamento di Tac e Risonanza Magnetica.
Ricordiamo che nel nostro ospedale è ormai da tempo che non si effettuano mammografie, in quanto lo strumento non funziona.
Così come, presso la Casa della Salute, ci sono ambulatori sprovvisti di strumenti con i quali poter effettuare una visita completa. Strumenti promessi ma mai acquistati. Queste risposte i cittadini le pretendono perché la sanità è cosa pubblica.