Attacco ai giornalisti o dei giornalisti?
Di Francesco Salerno
All’interno del panorama giornalistico calabrese si sta verificando una questiona spinosa.
Da alcuni giorni, infatti, si stanno diffondendo a macchia d’olio le adesioni all’appello del presidente dell’ordine dei giornalisti calabresi, Giuseppe Soluri, che denuncia come troppo spesso, in Calabria, la stampa venga imbavagliata e messa a tacere da diffide e querele temerarie.
All’appello hanno risposto numerosi politici, quotidiani e scrittori, sostenendo a spada tratta la libertà di stampa che, a dir loro, è un bene da tutelare soprattutto in Calabria.
Ma è davvero così? Proviamo a fare l’avvocato del diavolo.
Il nostro Paese, Calabria inclusa, non è nuovo a tentativi per imbavagliare la stampa. Basti pensare a casi come l’Editto Bulgaro, la cacciata di Daniele Luttazzi o le denunce a pioggia a Marco Travaglio. Proprio quest’ultimo, non molto tempo fa, ospite presso la trasmissione di Lilli Gruber aveva affermato che «Le denunce e le querele sono la norma per chi, come me, fa il giornalista.»
Ma allora, vi starete chiedendo, perché tale appello? Forse i giornalisti nostrani hanno dimenticato la responsabilità che grava sul loro mestiere? Lo confermerebbe conferma una frase di Gaetano Quagliariello, senatore di centrodestra e vicepresidente di Coraggio Italia, che ha affermato: «Chi ricorre alla giustizia in questioni che riguardano la politica e il giornalismo ha già perso in partenza…»
Sarei curioso di sapere, a questo punto, secondo il senatore a chi ci si dovrebbe quindi rivolgere se non alla giustizia. Forse si potrebbe organizzare un sondaggio sui social e chiedere agli utenti? Mistero.
Tornando a noi, mi domando se i paladini calabresi dell’informazione non vogliano delle norme giuridiche su misura per garantire che nessuno possa imbavagliarli. Ma così facendo, non sarebbero forse loro a imbavagliare chi si sente offeso o denigrato dal loro operato? Aggrediti o aggressori? Facile ribaltare la frittata. Se proprio volessimo dirla tutta potremmo anche aprire un gran capitolo sull’effettiva onestà intellettuale di molti giornalisti e giornali italiani…
Forse, in Italia (e quindi anche in Calabria) non è la libertà di stampa, a mancare, quanto il suo reale esercizio. Quest’ultimo dovrebbe essere condotto secondo la conditio sine qua non dell’onestà intellettuale. Una chimera nel nostro Paese…
Restiamo in attesa di nuovi sviluppi sperando, allo stesso tempo, che l’appello di Giuseppe Soluri non si trasformi, dalla rivolta dei giornalisti, nella rivolta dei giornalai…
Foto: articolo21.org