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Attualità

La superpotenza dello spirito e la superpotenza della generosità

Il vicecapogruppo di Coraggio Italia alla Camera dei Deputati Stefano Mugnai e il deputato originario di Locri Felice Maurizio D’Ettore intervengono sulla questione ucraina durante un question time svoltosi presso la Camera dei Deputati e, oltre a riflettere sulla condizione vissuta in questo momento del popolo ucraino invitano il Governo a dare una risposta concreta ai profughi.

Stefano Mugnai: «È l’Ucraina ad avere più bisogno dell’Europa, o l’Europa dell’Ucraina?»

L’Europa pre Covid-19 da molti veniva avvertita come un coagulo di egoismi e di interessi economici. Un’Europa che sembrava aver smarrito lo spirito fondativo di Robert Schuman, di Konrad Adenauer, di Jean Monnet, ma anche dei nostri Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi. Quello spirito che traeva la sua ragion d’essere nella volontà di impedire che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale si ripetessero e perseguendo tale obiettivo i pionieri dell’Europa unita intuirono come essenziale condividere l’accesso a materie prime strategiche, costruire un mercato comune, ma anche costruire un idem sentire, uno spirito comune fra i popoli europei. E non a caso ciò che oggi chiamiamo Unione Europea prima si chiamava Comunità Europea. Una comunità di Paesi e popoli che avevano passato i 100 anni precedenti a farsi la guerra e che si accingeva a costruire insieme un futuro di pace e di prosperità.
La perdita progressiva di quello spirito originario ha alimentato critiche, spesso eccessivamente ingenerose e prive di memoria, ma certamente legittime a ciò che stava diventando l’Unione Europea. Critiche che hanno fatto la fortuna politica ed elettorale di numerosi partiti di tante democrazie europee.
L’arrivo della pandemia ha rapidamente spazzato via castelli di regole ottuse che parevano scolpite nel granito e ha provocato una svolta epocale alle politiche europee iniziando a far riscoprire anche alle nuove generazioni i valori fondativi di solidarietà e di generosità fra Paesi membri che erano alla base della nascita dell’Europa unita.
Adesso il dramma ucraino. L’Ucraina che resiste eroicamente sta lottando non solo per difendere la propria libertà e il diritto di quel popolo, come di ogni altro popolo, ad autodeterminarsi, ma sta combattendo anche in difesa dell’idea stessa di libertà e di democrazia occidentale. Di fronte ai bombardamenti russi è profondamente ipocrita rifugiarsi in slogan ovvi contro la guerra a prescindere. Se la guerra te la fanno, non puoi che difenderti. Se la guerra la fanno a un Paese accanto al tuo, per il fatto che cerca di aderire ai tuoi valori di libertà e democrazia, puoi girarti dall’altra parte o puoi decidere da che parte stare, assumendo su di te la responsabilità e i rischi che questa doverosa scelta comporta… e da questo punto di vista applausi alla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori!
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky da giorni sta chiedendo due cose: una no fly zone sui propri cieli per impedire che gli invasori russi mantengano una schiacciante supremazia aerea che rende oltremodo difficile la resistenza ucraina, ma anche di poter aderire all’Unione Europea.
Sulla prima richiesta è chiaro che a oggi le cancellerie occidentali oppongono un chiaro diniego, che temo sarà destinato a essere riconsiderato a breve se Vladimir Putin continuerà ad avanzare in questa folle escalation militare, ma sulla seconda occorre sin da subito un di più di coraggio dei governi europei. L’UE non è un’alleanza militare, ma un’associazione di Paesi sovrani che condividono regole in un contesto di valori comuni. Ebbene, so bene che attualmente l’Ucraina non possiede molti dei parametri necessari per essere ammessa nell’Unione, però in questi drammatici giorni di guerra il popolo ucraino e lo stato ucraino hanno dimostrato di possedere parametri ben più importanti: per dirla con Zelensky l’Ucraina sta dimostrando di essere una superpotenza dello spirito. E l’Europa dei nostri giorni ha bisogno come dell’aria di valori, di coraggio, di spirito di sacrificio, di solidarietà.
In buona sostanza siamo più noi europei che abbiamo bisogno dello spirito che ha motivato il popolo ucraino di fronte all’invasione voluta da Putin, che l’Ucraina di un’ammissione nell’UE.
Magari ci vorranno mesi, forse anni, ma il popolo ucraino alla fine questa guerra la vincerà, anche se Kiev e altre città cadranno, anche se le truppe russe aumenteranno le atrocità, alla fine sarà indipendente e saprà autodeterminarsi al grido Slava Ukraïni. Ma l’Europa senza questo spirito, che è lo stesso spirito che la vide combattere e vincere contro il criminale disegno egemonico di Adolf Hitler, potrà sopravvivere? Potrà sopravvivere nel nuovo ordine mondiale che scaturirà al termine di questo conflitto? O qualcuno davvero pensa che quanto sta accadendo nel cuore del nostro continente passerà come acqua sulla roccia?


Edil Merici

Felice Maurizio D’Ettore: «Il Governo introduca un Codice Fiscale provvisorio per i profughi»

«Sono passate meno di due settimane dall’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe. Invitiamo e riflettere su quanto per il popolo ucraino siano stati lunghi e tragici questi giorni. Allo stesso tempo invitiamo anche a riflettere sulla situazione che si e’ venuta a creare: il fenomeno profughi è destinato a crescere in maniera geometrica nei prossimi giorni. L’Italia sta già dando grandi prove di solidarietà. Se il presidente Zelensky ha definito l’Ucraina una super potenza dello spirito, il nostro Paese deve essere orgoglioso di essere da sempre esempio di generosità, altruismo e ragionevole accoglienza.»
Lo hanno affermato ieri Mugnai e Felice Maurizio D’Ettore, tra l’altro anche coordinatore regionale del partito in Calabria, durante il Question Time al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, per valutare l’opportunità di prevedere a favore dei rifugiati ucraini una modalità di accesso ai servizi essenziali, in primo luogo quelli sanitari, previsti in Italia.
«È necessario, però – aggiungono Mugnai e D’Ettore – che si abbia una visione emergenziale lunga e duratura nel tempo. Le istituzioni devono mettere in campo tutto il supporto a chi, in queste drammatiche ore si sta adoperando per accogliere i profughi. Per ora si tratta della punta di un iceberg, ma col tempo ci ritroveremo con due milioni di persone – in fuga verso i paesi dell’UE – tra donne, anziani e bambini visto che gli uomini restano a combattere non solo per il loro Paese  ma anche per quei valori di libertà pienamente condivisi dalle democrazie occidentali»
Mugnai conclude: «Da qui la consapevolezza di agire con azioni di integrazione efficaci e produttive non lesinando nessuno sforzo. Come avviene in altre parti d’Europa, dove l’esperimento sta funzionando, sarebbe il caso di cominciare a prevedere un codice fiscale provvisorio di accesso ai servizi essenziali, soprattutto sanitari, ed una maggiore integrazione. Perché se la burocrazia può essere una soluzione o un ostacolo, porsi questi problemi e trovare una soluzione significa anche fare fino in fondo il proprio dovere.»
Anche il presidente Draghi, nella sua risposta in Aula, ha ribadito l’apprezzamento per le proposte di Coraggio Italia dando un quadro esaustivo delle misure che il Governo ha adottato a seguito della guerra in Ucraina.

Foto: parmatoday.it

Redazione

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