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Attualità

La forza dell’acqua e il pensiero dominante


Edil Merici

Di Riccardo Mucci – Liceo Classico Ivo Oliveti di Locri

Mai, nella nostra, società è stato così evidente quanto l’informazione possa controllare le masse e influenzarne i pensieri. Nel bene e nel male, le nostre convinzioni diventano verità condivise dalle quali è difficile discostarsi, pur con dati scientifici alla mano. Un’esperienza capace di mettere in discussione molte delle cose in cui credevo è avvenuta lo scorso venerdì, il 18 marzo 2022, quando noi studenti del Liceo Classico Ivo Oliveti abbiamo incontrato il Arturo Rocca, presidente dell’associazione Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita.
Il professore si è presentato portando con sé dell’acqua di Bragatorto (una sorgente di Antonimina) imbottigliata in vetro, suo eccentrico biglietto da visita: un modo per incuriosirci, certo, ma anche per comunicarci la materia in cui è maggiormente esperto. A colpirmi è stato il discorso fatto sull’acqua che proviene dai nostri rubinetti, che noi spesso etichettiamo come sporca o addirittura tossica. Abbiamo invece scoperto che l’acqua pubblica è controllata dall’Azienda Sanitaria Provinciale e dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in Calabria, oltre che dai comuni. Le bottiglie di plastica, inoltre, se esposte a eccessivo calore, rilasciano particelle dannose per la salute. Ne è seguita una discussione sulla percentuale di calabresi che preferiscono l’acqua imbottigliata – più del 56% – e sulla spesa che affrontano questi ultimi per evitare di bere la cosiddetta acqua del sindaco che, nonostante sia sicura, ci porta a a acquistare e buttare più di 6 miliardi di bottiglie di plastica all’anno, delle quali solo un terzo vengono riciclate correttamente, con conseguenti gravi danni ambientali. Per accontentare gli scettici, ci è sembrato opportuno porre Rocca una domanda sull’utilità dei depuratori che si installano nelle case, al fine di essere totalmente sicuri della propria salute quando si beve l’acqua dal rubinetto. Abbiamo appreso che, purtroppo, rendono l’acqua troppo pulita, considerato che la privano dei sali minerali necessari al nutrimento del nostro corpo, sfatando il mito dell’utilità di tali strumenti. Questa scoperta mi ha fatto riflettere su quanto le conoscenze dei più siano fragili come un castello di carte, nonostante sembrino basate su un sapere comune e inattaccabile.

Perfino la classica contrapposizione tra Nord Italia e Sud Italia ci è sembrata innaturale, quando il professore ci ha spiegato che la Calabria, al tempo della Pangea, era attaccata alla Liguria e che l’Aspromonte è solo un frammento delle Alpi. La discussione è quindi proseguita parlando del gas Radon sprigionato dalle rocce friabili della nostra regione, del motivo ambientale per cui l’anemia mediterranea è molto diffusa nel meridione e dell’inquinamento marino delle nostre coste. Ciò che ho potuto apprendere dalla storia dei nostri maxi-depuratori è che non riescono a occuparsi di tutti i rifiuti dei paesi dell’entroterra. Per ovviare al problema, sono stati proposti dei fitodepuratori per queste cittadine, dai costi realizzativi relativamente bassi – intorno ai 200.000 euro – e dalle spese di manutenzione esigue. Nonostante il funzionamento basato sulle proprietà di alcune specifiche piante li renderebbe anche maggiormente ecologici, nessuno sembra sia interessato a portare avanti questi progetti. Mi sono quindi chiesto se chi ci governa abbia effettivamente le competenze necessarie a proteggere il futuro della nostra terra e del pianeta, ormai sempre più a rischio per l’eccessivo sfruttamento delle risorse. È difficile capire come mai parte della generazione che mi ha preceduto voglia prosciugare la Terra per avere guadagni economici, senza capire che presto o tardi non ci sarà più nulla per cui spendere i soldi accumulati. Io, da giovane nato nel 2005, percepisco con grande incertezza il mio futuro e mi sembra quasi che le strade che potrei percorrere cadano a pezzi giorno dopo giorno a causa di qualcuno che non ha pensato di lasciare lo spazio necessario per vivere a chi sarebbe venuto dopo. Cosa possiamo fare per porre rimedio agli errori delle generazioni che ci hanno preceduto? Ritengo che il massimo sia informarci e informare, votare responsabilmente, combattere la paura di metterci in gioco e insegnare le generazioni del futuro a rispettare l’ambiente e andare oltre alle apparenze, poiché se anche una semplice bottiglia di plastica può nascondere un pericolo, allora il nostro modo di percepire le cose deve evolversi per evitare di lasciarci in balia della verità di qualcun altro.


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