Nessun ideale vale una vita
Di Giulia Mileto – Liceo Classico Ivo Oliveti di Locri
Il brano Sunday, Bloody Sunday degli U2 è stato riprodotto in concerto, fino a oggi, per più di 600 volte. Il gruppo musicale irlandese era molto nervoso durante la prima esibizione, a Belfast, nel 1982: il cantante Paul David Hewson, alias Bono, giurò addirittura che, se non fosse stato di gradimento al pubblico, non l’avrebbero mai più cantato.
Senza un contesto, una frase del genere pare molto strana. Ma il motivo per cui il pubblico avrebbe potuto non apprezzare la canzone affonda le sue radici in una situazione ancora troppo delicata per la popolazione dell’Irlanda del Nord.
La canzone, infatti, nacque dopo gli eventi di Londonderry di domenica 30 gennaio 1972, quando il primo battaglione del Reggimento paracadutisti dell’esercito britannico sparò su una folla di civili senza armi che stavano manifestando, uccidendo 14 persone e ferendone altre 15. Non è un avvenimento a sé stante, ma solo uno di tanti episodi del conflitto nordirlandese, nel quale si scontrarono l’Irlanda e l’Inghilterra per il controllo dell’Irlanda del Nord. Bono aveva 11 anni quando accaddero i fatti, ma fu tanto colpito da questo evento che, 10 anni dopo, lo ricordava ancora.
Nonostante la canzone sia di 40 anni fa e dedicata al massacro in un territorio del Regno Unito, il suo testo rimane, purtroppo, applicabile anche agli eventi attuali.
“Non posso credere alle notizie oggi,/oh, non riesco a chiudere gli occhi/e farlo andare via”. La manifestazione era contro l’imprigionamento senza evidenze o processo, una violazione ai diritti umani.
“Bottiglie rotte sotto i piedi dei bambini/corpi sparsi attraverso la strada della morte”. I corpi esanimi di vittime e feriti, a terra.
“La battaglia è appena iniziata/ci sono molti perdenti, ma dimmi chi ha vinto/la trincea è scavata nei nostri cuori/e madri, bambini, fratelli, sorelle lacerati”. Nei primi anni della guerriglia, la popolazione delle città colpite si difendeva con bottiglie molotov e pietre dagli invasori inglesi. Dopo il Bloody Sunday, l’afflusso di reclute verso l’Armata Repubblicana Irlandese aumentò.
“Ed è vero che noi siamo immuni/quando i fatti sono la finzione e la TV realtà/e oggi in milioni piangono/noi mangiamo e beviamo mentre loro domani moriranno” Hewson guardava le notizie della tragedia, degli scontri e del conflitto in televisione. Per quanto si sentisse vicino alle persone colpite, desiderava essere lontano da quella situazione. “Per fortuna non a me.”
“Oh asciuga le tue lacrime/Domenica, sanguinosa domenica/asciuga le gocce di sangue dagli occhi/domenica, sanguinosa domenica.”
La folla reagì in modo straordinario alla canzone, che piacque moltissimo. Divenne uno dei pezzi più famosi degli U2 e uno dei pochi della band di argomento politico. Bono ci tenne a precisare che questa non era una canzone di ribellione; il suo intento non era quello di glorificare la rivoluzione o la guerra. Dopotutto, condanna il cantante, che gloria c’è a trascinare via un uomo dalla sua normalità e farlo morire, seppure per un’ideale?
Foto: ilmanifesto.it