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Cessione del credito, Intesa e UniCredit bloccano le domande

Di Matteo Bono

Alla luce della discussione per una possibile quarta cessione del credito per il bonus 110% per le ristrutturazione, UniCredit e Intesa Sanpaolo mettono in discussione l’accettazione di altre pratiche di cessione del credito.
Entrambi i gruppi, i principali in Italia, hanno raggiunto i limiti di crediti che possono gestire. Sono necessarie delle modifiche per dar sfogo al mercato creditizio.

Il superbonus 110%

Il superbonus 110% è una agevolazione fiscale introdotta nel Decreto Rilancio del 2022 che permette di detrarre le spese sostenute per la ristrutturazione di immobili con lo scopo di
migliorare l’efficienza energetica, il consolidamento statico e ridurre il rischio sismico degli edifici.
In poche parole, interventi in grado di migliorare l’efficienza energetica e strutturale delle abitazioni, riducendo i consumi e facendo risparmiare in bolletta.
Con questa agevolazione è possibile detrarre al 110% le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, scendendo progressivamente al 70% per quelle del 2024 e ancora al 65% per le spese sostenute nel 2025.
Per le persone fisiche e i condomini questa cessione può essere fatta, in prima istanza, direttamente in fattura, risparmiando direttamente durante il pagamento, mentre per la seconda e terza cessione è possibile farle solo verso banche e intermediari finanziari registrati con l’articolo 106 del Testo Unico Bancario, società appartenenti a un gruppo bancario registrati con art. 64 del TUB e imprese di assicurazione.

La quarta cessione del credito

Un’eventualità che potrebbe molto probabilmente essere messa in atto nelle prossime settimane è l’introduzione di una quarta cessione del credito per gli istituti finanziari che si apre anche ad altri enti non regolati dalla Banca d’Italia.
Il testo, che è in corso di discussione e di probabile approvazione, stabilirà che alle banche e gli altri enti finanziari predisposti per le prime cessioni, sarà possibile cedere nuovamente il credito a favore di soggetti non facenti parte del settore bancario.
Questa ipotesi, seppur non ancora stabilita in modo certo, dovrebbe essere altamente probabile, incontrando il favore di tutte le forze politiche in parlamento.
Un altra proposta che però non dovrebbe, al netto di sorprese, avere lo stesso destino è quella di prolungare la detrazione al 110% anche dopo il termine prefissato del 31 Dicembre 2023. Questa eventualità è stata bloccata immediatamente dal Governo e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Stop di Intesa e UniCredit

Il 13 aprile 2022 ha visto i due principali gruppi bancari italiani, Intesa e UniCredit, mettere in discussione la possibilità di accettare ulteriori crediti da parte dei loro clienti.
Infatti, il numero elevatissimo di richieste di cessione del credito sta mettendo in difficoltà tutti gli enti bancari sul territorio italiano che non possono assorbire queste pratiche all’infinito.
Intesa Sanpaolo ha già acquisito 4 miliardi di Euro per i vari Bonus Edilizi, nonostante ci siano state domande per addirittura 20 miliardi.
Per il medesimo motivo UniCredit, riunitosi il comitato crediti del gruppo, ha stabilito che, al netto di radicali cambi politici, dovrà sospendere le accettazioni di altre cessioni del credito.

Quali sono le possibili soluzioni?

Sono ancora aperte le discussioni per gli emendamenti, ci si possono aspettare altri futuri cambiamenti.
Quello che è importante sottolineare è che però necessario inserire un sistema per poter creare una valvola di sfogo per il mercato creditizio, impossibilitato a raccogliere tutte le richieste che vengono avanzate.
Introdurre la possibilità delle banche di vendere ai propri clienti queste cessione potrebbe rendere più bassa la pressione sulle stesse, introducendo al contempo un nuovo strumento di investimento.

Fonte: energia-luce.it
Foto:
startmag.it


Edil Merici

Redazione

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