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CronacaReggio Calabria

Il quadro della Procura era lacunoso: restituiti i beni a Luigi Cherubino


Edil Merici

Con decreto depositato lo scorso 3 maggio la Corte d’Appello di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto il dissequestro e la conseguente restituzione di tutti i beni a Luigi Cherubino e agli altri componenti il proprio nucleo famigliare.
Inoltre, accogliendo integralmente l’atto di appello proposto dagli Avvocati Francesco Albanese e Mario Mazza, ha riformato la decisione precedentemente assunta in primo grado e revocato la misura di prevenzione personale della sorveglianza di pubblica sicurezza applicata in primo grado dal Tribunale.
In particolare, per quanto riguarda tale ultimo profilo, la Corte ha sottolineato la carenza di qualsivoglia elemento probatorio da cui desumere una pericolosità sociale del signor Cherubino. Anzi, emerge la sua estraneità alla ‘ndrangheta e ad ambienti malavitosi di tal genere. Nel provvedimento si sottolinea come le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia siano assolutamente generiche e discordanti tra loro, tanto da non poter essere utilizzate quale prova a carico della presunta appartenenza di Cherubino a un sodalizio mafioso.
Ancora, nel decreto viene definito come lacunoso il quadro indiziario offerto dalla Procura a sostegno delle proprie richieste tanto da non potersi parlare neanche di contiguità a un sodalizio mafioso.
Sotto il profilo patrimoniale la Corte ha concluso per una totale congruità tra i redditi dichiarati dal nucleo famigliare Cherubino nel corso degli anni e il patrimonio posseduto. Di conseguenza, ha affermato che il nucleo famigliare di Luigi Cherubino ha acquisito tutti beni con risorse perfettamente lecite. Tale conclusione è stata adottata dalla Corte di Appello anche sulla base della ricostruzione patrimoniale effettuata dal ragioniere Rocco Giuseppe Mazzaferro, consulente di parte della Difesa Cherubino.
Alla luce di simili motivazioni la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione di primo grado e accolto integralmente l’appello proposto dagli Avvocati Albanese e Mazza, rigettando integralmente le richieste della Procura sia sotto il profilo personale sia sotto quello patrimoniale.
Il provvedimento adottato dalla Corte di Appello è divenuto irrevocabile, poiché la stessa Procura Generale ha ritenuto di non proporre ricorso per Cassazione, così avvallando le conclusioni favorevoli a Cherubino alle quali è giunto il collegio.


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