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Attualità

Ecco perché serve un “bando cultura” dedicato ai piccoli comuni

Lettera aperta al Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e alla Vicepresidente Giuseppina Princi.


Edil Merici

Di Domenico Stranieri – Sindaco di Sant’Agata del Bianco, paese del Festival Stratificazioni

Egregi Presidente e Vicepresidente,
Premetto che la mia è una semplice riflessione su questioni che devono essere affrontate in ragione del loro merito e non è una critica alimentata da preconcetti che hanno una prospettiva politica.
A maggio 2022 il Dipartimento Turismo, Marketing Territoriale e Mobilità della Regione Calabria ha comunicato l’approvazione dell’avviso Pubblico Spettacoli ed eventi 2022.
Nell’Avviso si legge che “l’Amministrazione regionale ha inteso sostenere la realizzazione di eventi finalizzati alla valorizzazione e promozione delle risorse del territorio che pongano, altresì, in risalto il legame tra cultura, storia, arte, costume, tradizione, natura e sostenibilità ambientale.”
Ma se si arriva a leggere il punto 2 (Destinatari/beneficiari) del sopracitato avviso si evince che possono presentare domanda:

a) Comuni, in forma singola o associata, con popolazione ricompresa tra 5.000 e 6.999 abitanti dotati di una capacità ricettiva di almeno 500 posti letto come risultante dai dati 2020 dell’Istituto nazionale di Statistica;

b) Comuni, in forma singola o associata con popolazione pari o superiore a 7.000 abitanti, dotati di una capacità ricettiva di almeno 200 posti letto come risultante dai dati 2020 dell’IStat;

c) Comuni Capoluogo di Provincia, indipendentemente da popolazione e capacità ricettiva.

Al di là della difficoltà a comprendere perché un comune di 5.000 abitanti debba avere una capacità ricettiva di almeno 500 posti mentre uno più grande, pari o superiore a 7.000 abitanti, debba avere una capacità ricettiva di 200 posti letto, è chiaro che i piccoli comuni (i decantati borghi di cui tanto si parla) che magari hanno lavorato negli anni per ideare e realizzare Festival e importanti eventi culturali resteranno ai margini della proposta progettuale della Regione Calabria.
Non so se si incentiverà il turismo (che tipo di turismo?) favorendo solo chi possiede tanti posti letto ma, in questo momento, servirebbe anche un bando capace di guardare alla nostra cultura, con originalità e rigore, sostenendo i centri dove sono nati i nostri scrittori e i nostri artisti.
Insomma, un bando aderente al contesto territoriale della nostra regione, alle tante realtà che resistono e difendono la loro arte e bellezza e sono meta di escursionisti e visitatori per tanti mesi all’anno.
A Sant’Agata del Bianco, ad esempio, dal 2017, esiste un Festival di Letteratura e Musica che si chiama Stratificazioni (dedicato allo scrittore Saverio Strati) che da anni si sta affermando anche a livello nazionale. Sant’Agata del Bianco, come tanti paesi, non ha 500 posti letto, ma ha un percorso artistico-culturale che, anche grazie al Festival, riesce a attrarre tante persone.
Probabilmente, senza fondi, quest’anno il Festival non si farà o si realizzerà in forma ridotta.
Ci sono tantissimi posti come Sant’Agata del Bianco che, grazie a un bando intelligente, un progetto capace di favorire il miglioramento globale dei paesi, possono fare miracoli.
Altrimenti è inutile parlare di Magna Grecia, di Strati, Mario La Cava, Fortunato Seminara e Corrado Alvaro, delle nostre risorse ambientali, paesaggistiche e culturali se poi si guarda solo a un turismo di tipo consumistico che, in questo momento, è prerogativa (lo dimostreranno i dati IStat) soltanto di pochissimi Comuni che si trovano sulla costa. Certo, pure le realtà sviluppate che riescono ad attrarre grandi flussi di turisti vanno aiutate, anche perché ogni territorio, sicuramente, ha bisogno di una sanità efficiente, di strade o di un sistema di depurazione moderno (a tal proposito volevo ricordare che per ogni decreto di finanziamento che la Regione ritarda a trasmettere, arriva un avviso di garanzia a qualche sindaco).
Ma cosa si pensa di fare questa estate per i borghi (che magari hanno anche 30/50 posti letto)?
Io credo che sia necessario un bando che dia valore, riabiliti, i piccoli centri (il recentissimo libro di Vito Teti, La Restanza, edito da Einaudi, ci racconta come i paesi possono diventare luoghi di un possibile futuro solo se sono ripensati in maniera nuova).
Ma per cambiare le cose serve una fortissima volontà politica capace di superare la fredda imitazione di aree che poco ci assomigliano, altrimenti il nostro mondo diventerà illeggibile anche per noi stessi. In quasi tutta Europa la dimensione culturale è indissociabile dall’economia quotidiana. Quale messaggio, quale visione di futuro possiamo trasmettere se, in qualunque proposta progettuale, non riusciamo mai a pensare agli elementi originali della nostra identità per creare delle convergenze positive?


GRF

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