“Mandamento Ionico”: inflitti 7 secoli di carcere in appello
Si è concluso con condanne per un totale di 7 secoli di carcere per 35 imputati il maxi processo Mandamento Ionico che si è definito in appello. Sono 79 gli imputati coinvolti nel processo di secondo grado che si è concluso davanti al Tribunale di Locri dopo un lungo dibattimento.
La Corte di Appello di Reggio Calabria ha, in sintesi, confermato solo 8 condanne del primo grado, riducendo le condanne per le altre 27 posizioni.
Gli assolti complessivi sono 31, dei quali 17 imputati in appello mentre per altri 14 si è trattato di una conferma della decisione del primo grado che era stata impugnata dalla Procura.
Nel processo Mandamento Ionico la Procura antimafia reggina, che ha coordinato le indagini, contesta reati che vanno dalla partecipazione all’associazione mafiosa unitaria denominata ’ndrangheta, alla detenzione illegale di munizioni e armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, turbativa d’asta, illecita concorrenza con violenza e minaccia, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa, e altro. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, costituisce l’esito di un articolato impegno investigativo condotto, in contemporanea, dai Carabinieri dei Raggruppamento Operativo Speciale, dal Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dal Gruppo di Locri, che ha riguardato la presenza di 18 locali di ’ndrangheta dislocati, secondo gli inquirenti, in gran parte nella zona ionica reggina.