La medicina presso gli antichi greci
La Repubblica dei Locresi di Epizephiri XCVIII
Di Giuseppe Pellegrino
Per come già trattati nel romanzo Socii Navales, si riassumo i concetti generali della sanità in genere in Grecia e a Locri in particolare, con riferimento specifico ai riti di Persefone e ai riti di Asclepio. Ma si farà anche pure riferimento alla sanità, per così dire, privata.
Intanto è bene partire dal concetto base. Per medicina si intende qualsiasi atto o procedimento finalizzato all’allontanamento di un agente patogeno, di un sintomo morboso, di qualsiasi elemento che turbi lo stato di salute. Ai primordi vi è una medicina istintiva, che trova anche una imitazione negli animali, come il leccarsi le ferite, l’eliminazione di parassiti in modo meccanico, e via discorrendo.
Di poi, così come avvenne per il pre-diritto, la convinzione che uno o più esseri superiori soprintendessero a qualsiasi manifestazione della natura, come anche le malattie, gli unici rimedi vennero trovati nella preghiera, nell’implorazione, nel sacrificio.
Nacque così la medicina sacerdotale, che durò fino a quando la fede venne meno, e la corruzione del sentimento religioso fece vacillare ogni credenza.
Si passò alla cosiddetta medicina primitiva,che era un coacervo di fede ed empirismo. Invero, tra questo tipo di medicina e quella cosiddetta popolare non ci fu una grande differenza: lo stregone e le erbe furono la base.
In Grecia fiorirono la Scuola crotoniate e quella Siracusana. Da queste due scuole venne il superamento della medicina come superstizione. La base di una medicina cosiddetta clinica furono le palestre, i ginnasi. In entrambi i luoghi vi era un’educazione culturale, ma nelle palestre la necessità di tenere il corpo sano ed attivo. La chirurgia fu il primo passo, non essendo infrequenti gli incidenti nelle palestre. Non per niente i sacerdoti di Asclepio erano obbligatoriamente dei medici chirurghi.
Va anche premesso che la Medicina presso i Greci godeva di un grande prestigio, a differenza che presso i Romani. Da ciò anche le scuole mediche e, soprattutto, gli Dei idonei a proteggere la salute dei fedeli.
Come per le Istituzioni locresi, anche per la sanità l’origine va ricercata a Micene, essendo la civiltà minoica anche in materia l’origine di ogni attività medica presso i Greci tutti. Il tutto per rammentare che a Locri, ma anche nel resto della Grecia e d’Italia (Magna Grecia), esisteva un vero e proprio sistema sanitario, fondato sia su origini religiose, sia su una scuola di pensiero medico che, traendo origine dalle credenze, man mano si è liberata dalla superstizione divenendo una vera e propria scienza. Certo con i suoi limiti, ma anche con grandi intuizioni. Di ciò ne è prova indiretta il fatto che nel prosieguo del tempo la Magna Grecia fosse considerata la patria della medicina. Alcmeone, Democede e Filistione, in tutta la Grecia, erano un esempio mitico così come Platone.
Sul medico Filistione, vissuto tra la fine del V e la prima metà del IV secolo, la tradizione ha preservato solo pochi dati raccolti, oltre un secolo fa, da Max Wellmann in uno studio che comprendeva anche i medici Acrone di Agrigento e Diocle di Caristo. La maggior parte delle notizie sul personaggio si recuperano da fonti tarde come Plinio il Vecchio, Rufo, Plutarco, Gellio, Galeno, Ateneo, Diogene Laerzio, Oribasio e Celio Aureliano, che lo menzionano curiosiamente in relazione a quanti ne seguirono le dottrine, a problemi o teorie mediche più ampie, alle proprietà di alcuni cibi, a preparati medicamentosi di vario uso.
Le notizie su Filistione risultano talora di difficile comprensione, talora contraddittorie. Lo sono, in particolare, quelle riguardanti la sua città. Plutarco e Ateneo, infatti, lo indicano come il locrese legandolo a Locri Epizefiri; Rufo lo cita come “Filistione nato in Italia”, Galeno lo inserisce tra i medici Italioti, Diogene Laerzio lo qualifica come Siciliota. Il dato di Diogene Laerzio è precisato dalla 2ª lettera pseudoplatonica e da una lettera attribuita a Speusippo, che attestano chiaramente la presenza di Filistione a Siracusa come medico personale di Dionisio I.
Ora tutte queste notizie sono solo apparentemente contraddittorie, secondo noi. E questo sul presupposto che quando si indica in Locri o in Italia la nascita non vi è contrapposizione, per la ragione già chiarita che nel V secolo a.C. Italia e Locride erano lo stesso territorio. Lo spostamento di Filistione a Siracusa ha una sua logica in due elementi: era diventato medico personale di Dionisio I che, per un certo frangente fu considerato re di Locri. Quello di portarsi dietro medici famosi da parte dei potenti non era un caso isolato. Democede, il grande medico crotoniate, fu alla corte di Dario per i problemi seguiti a una sua caduta da cavallo prima e per un mastite al seno della moglie poi. Fu remunerato, dopo le due guarigioni, anche sulla base del fatto che doveva seguire il popolo, così come pretese la moglie di Dario, e che, in seguito a questo fatto, storicamente fu considerato il primo medico condotto della storia.
Foto: lavocedinewyork.com