Di Massimo Pedullà
Se tu sapessi quanto piango,
piango quel tempo che passa
e che non lascia scampo,
o forse quel del passato
che certo non rimpiango,
per quel mondo che non cambia
e non sarò io a cambiarlo.
Sento quel caldo infiammante,
quel bruciar delle lacrime
sulle guance,
il tepore che mi appanna
e scolorisce gl’iridi,
quel rumore strepitante
nella mente.
Piango la miserabilità dell’uomo,
che pur conoscendosi
non sa correggersi.
Foto: libriomeopatia.it