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Attualità

Rapporti tra Pfizer e Ursula Von der Leyen: scandalo in UE?

Il rompiscatole


Edil Merici

Di Francesco Salerno

È ufficiale: la procura europea ha aperto un’indagine sull’acquisto di vaccini Pfizer da parte dell’Unione Europea e, nello specifico, sui rapporti intercorsi tra la presidente Ursula Von der Leyen e il numero uno di Pfizer Albert Bourla.
Nel mirino delle indagini è finito un sospetto scambio di messaggi tra Bourla e Von der Leyen, intercorsi nel periodo in cui l’UE ha acquistato 1,8 miliardi di dosi di vaccino dalla Pfizer.
A tal proposito danno da pensare i dati sulle forniture di vaccini in Europa per le varie case farmaceutiche. In quel periodo, infatti, sono state fornite dosi per un ammontare che oscilla tra i 200 e i 300 milioni di vaccini, tutti tranne la Pfizer che, da sola, ne ha forniti oltre 2 miliardi per un guadagno che si aggira intorno ai 35 miliardi di euro, la metà della spesa totale di tutta Europa.
Già il New York Times, un anno fa, chiedeva che venisse fatta chiarezza in merito allo strano scambio di messaggi tra la presidente europea e il capo della Pfizer in modo da togliere ogni dubbio in merito alla corretta gestione dell’acquisto dei vaccini.
Recentemente, la scelta di Bourla di non recarsi a Bruxelles per un’interrogazione parlamentare ha riacceso gli interessi sulla questione tanto che, appunto, la procura europea ha deciso di aprire un’inchiesta.
Il fulcro, come già detto, sarebbero i messaggi e il loro contenuto che, guarda caso, non si trovano più. Da una nota ufficiale della procura europea abbiamo appreso che “il tentativo di accedere ai messaggi non ha prodotto alcun risultato”. In pratica sono spariti.
Ursula Von der Leyen, pur dichiarando di aver agito sempre nella correttezza e nella legalità, non è però nuova a fatti del genere. Quando era ministro della difesa in Germania era finita nel centro di un’altra indagine, stavolta per appalti truccati riguardati il ministero da lei presieduto.
Anche quella volta si trattava di messaggi e chiamate. Anche quella volta tutto era finito in un nulla di fatto giacché il cellulare in questione era stato ripulito prima di finire in mano ai magistrati tedeschi.
Un proverbio dice che due indizi fanno una prova e, se ciò fosse vero, non possiamo che chiederci come mai la presidente non faccia semplicemente leggere quei messaggi alla procura in modo da togliere ogni dubbio sulla propria onestà. Non serve certo Sherlock Holmes per comprendere che, se i messaggi sono stati fatti sparire, è perché il loro contenuto potrebbe non essere proprio cristallino.
Se ciò fosse confermato sarebbe uno dei più grandi scandali dell’Unione Europea, capaci mi minare nel profondo le fondamenta dell’Unione stessa.
Restiamo per ora in attesa di sviluppi, anche se difficilmente ne avremo. Ciò che è certo, tuttavia, è che questa Unione Europea sembra stare crollando, giorno dopo giorno, in pezzi.

Foto: europa.today.it


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