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Attualità

Giorgia Meloni e l’improvviso amore dei media

Il rompiscatole


Gedac

Di Francesco Salerno

Giorgia Meloni è la prima donne premier in Italia e non ha fatto in tempo a diventare Presidente del Consiglio che i nostri specialisti dell’informazione hanno già iniziato la gara al lecchinaggio.
Morto un Papa se ne fa un altro. Addio Mario Draghi, benvenuta Meloni.
Ve le ricordate le storielle assurde sul Governo dei Migliori? Su Draghi salvatore dell’Europa? Su come fosse il miglior italiano del mondo?
Ecco, per la Meloni vale la stessa musica, con qualche necessario adeguamento personale.
Perché lei non è una politica qualsiasi, no. Lei è la povera orfanella cresciuta alla Garbatella, venuta dal basso, anzi, dal bassissimo, che ce l’ha fatta. I giornalisti, in questi giorni, sono riusciti nell’ordine a dire che: è forte, è capace, è caparbia, è umile, è intelligente, è ambiziosa, è decisa, è intransigente ed è lungimirante. Ci manca eccelsa e la candidatura a santa.
Ora, non fraintendete, io non è che ce l’abbia con la Meloni, ma le vergognose leccate a cui stiamo assistendo e a cui assisteremo fino alla fine di questo governo sono ormai una prassi per i giornalisti italiani. Vedi Mario Monti o Draghi. Il meglio del meglio del meglio per poi avere un Paese sempre più povero del povero del povero.
Tuttavia, qualcosina Giorgia Meloni l’ha già fatta, bisogna ammetterlo. Tempo di salire al Governo e ha già cestinato patriottismo, ideologia e via discorrendo. Le prime cose che ha detto sono infatti state parole per tranquillizzare Stati Uniti e Unione Europea.
Della serie: «Tranquilli, se so bevuti la storiella da fascista ma famo come avemo sempre fatto!»
Se vi state chiedendo se la nostra premier sia la stessa Meloni che, fino a poco fa, urlava di dover combattere per l’interesse nazionale, di dover mettere in discussione questa UE e di rivedere le posizioni dell’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord, la risposta è sì. Era lei, ma prima di andare al potere.
Per parafrasare Giulio Andreotti potremmo dire che questo è l’ennesimo caso in cui il potere muta chi lo ha.
Ma, in fondo, come diceva quel vecchio adagio?

“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.”

Foto: luce.lanazione.it


Edil Merici

Redazione

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