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Attualità

Corso di Medicina a Cosenza: “Lo scippo che divenne tradimento per Catanzaro”


GRF

Di Vincenzo Speziali

Quando uno scippo diviene tradimento brucia eccome. Poi, se il tradimento prende la china di un campanilismo becero, che sfocia nella disintegrazione del tessuto di convivenza regionale, sarebbe (e dovrebbe!) la politica a diventare la camera di compensazione, proprio per dirimere scellerate scelte, frutto di scriteriata ignoranza e sottovalutazione dei problemi.
Ciò premesso, concordo con le osservazioni corrette, precise e puntuali, del Sottosegretario agli Interni, la mia amica Wanda Ferro, che dimostra, come sempre, onesta attitudine di sana amministrazione e visione politica (pure a fronte di qualche sapiente consiglio, circa improvvide e inprovvisate uscite di esponenti della Giunta Fiorita) come condivido le legittime e corrette osservazioni del Capogruppo del Terzo Polo (che non è Raffaele Serò, con sua buona pace e conseguenza dell’atteggiamento politico del soggetto), cioè Valerio Donato, che parla per cognizione di causa.
C’è poco da fare e meno da dire, ma questo corso di medicina a Cosenza è un furto di sapere, ai danni di un’intera comunità municipale, che è quella catanzarese.
Il Capoluogo di Regione, nuovamente, viene vessato in modo brutale, da una ben orchestrata manfrina made in Cosenza, la cui città merita rispetto, pur se ricordo che il rispetto deve essere inteso come atto reciproco e non univoco.
La visione dei sistemi sanitari integrati (come l’etimologia premette, benché non tutti sono adusi all’italiano e, se per questo, nemmeno al latino e al greco antico… quindi ad altre lingue straniere, seppur contemporanee), quale dovrebbe essere il sistema sanitario regionale, non può ridursi a squilibri e impoverimento concettuali, oppure a depauperazioni delle conoscenze e dei centri di ricerca.
Tutto ciò è una vergogna causata dalla scarsezza politico amministrativa di gran parte dell’attuale pseudo classe dirigente: siamo a imposture, persino sotto l’aspetto culturale e gestionale, perché non si comprende da parte di chi avalla tali nefandezze, quanto sia palesata la poca credibilità e la scarsissima autorevolezza di chi è dante causa di simili aconcettualità.
Il Sindaco Nicola Fiorita, di conseguenza, si adoperi (al netto di supervisionare le dichiarazioni spericolatamente assertive del nulla o dell’amnesia, oppure anche dell’ignoranza, intesa come non conoscenza, in capo a componenti autorevoli della sua variopinta Amministrazione) e sempre il Sindaco Fiorita, oltre a proclami apodittici e a sottoscrizioni di giusti manifesti e documenti, non solo dovrebbe sbattere i pugni sui tavoli consoni, ma esercitare un ruolo politico (e da politico), persino coinvolgendo (per la quota parte di responsabilità) la Giunta Regionale e poi il Ministero competente.
Così farebbe un Sindaco, pur sapendo che lui (cioè il mio amico Nicola) anche avendo la mia umana comprensione (ma non certo quella politica!) è più preso a inseguire il pallottoliere in Consiglio Comunale, alla stregua di un cacciatore che sta dietro a un cerbiatto.
Ciò, ovvero il continuo essere assorbito da siffatta emergenza, fa sì che lui abbia poche energie per tutto il resto e, quindi, doverosamente, per governare la città tutta o quantomeno per difenderla.


Gedac

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