“Meno per meno” e il rapporto intimo che Niccolò Fabi ha instaurato con il proprio pubblico

Di Bruno Panuzzo
A Bologna, presso Scuderia Future Food Living Lab, in piazza Giuseppe Verdi (proprio nel cuore della zona universitaria della città) prendo parte alla presentazione dell’ultimo lavoro discografico di Niccolò Fabi intitolato Meno per Meno. Una presentazione raffinita, elegante e atipica. Fabi incanta i presenti non solo per la profondità della propria musica, ma per il garbo e lo stile da gentiluomo che ne contraddistinguono la personalità. La presentazione dell’opera, che va al di là della presentazione stessa, ha sottolineato (oltre la citata originalità nella trasposizione dei contenuti salienti dell’opera musicale) anche la grandezza e la concretezza dei rapporti umani e sociali. Chi vi scrive è stato inesorabilmente colpito dal rapporto famigliare che l’artista romano ha instaurato con il proprio pubblico. Fabi si è concesso alla platea, eterogenea, con molta naturalezza, creando un rapporto conviviale. Molti gli interventi dei presenti che, tra commozione, entusiasmo e personali racconti di vita legati alla musica di Niccolò, hanno ringraziato e posto domande ben precise all’artista. Lo stesso si è interfacciato con la gente come un vecchio amico. Da musicista non posso che apprezzare, ovviamente, lo stile artistico di Fabi: la parola eleganza (che ritorna nuovamente prepotente) caratterizza, a mio modo di vedere, ogni sua produzione sin dagli esordi. Un connubio vincente, quindi, quello che scaturisce dalla musica proposta. Un equilibrio delicato tra la profondità dei testi, la struttura melodica e gli arrangianti (che appaiono ben strutturati e concepiti). Tutto ciò, lavorando in simbiosi, determina una sonorità originale e particolarmente apprezzata. Va fatta una necessaria precisazione. In un periodo storico in cui l’apparire ha superato (e di gran lunga) l’essere, Fabi impartisce una grande lezione di umiltà a chi ostenta il divismo e, molto spesso, esprime la pochezza del proprio essere in chiave prettamente narcisista. L’artista romano dimostra, quindi, e qualora ve ne fosse il bisogno, che l’interazione col pubblico è importante. Negli eventi musico/culturali moderni il pubblico non è più composto da spettatori inermi, ma è parte attiva e integrante della manifestazione stessa. La presentazione si conclude, purtroppo, velocemente! Le cose belle hanno effimera durata. Tra il clima freddo di Bologna, tra la grandezza dei caratteristici Portici, delle suggestive Torri e di Piazza Maggiore, è tempo di tornare a casa. Si rientra, però, augurando quanto di più bello a Niccolò Fabi: ringraziandolo per la propria profondità musicale e umana, nonché per l’accuratezza dell’evento proposto. Per me, umile cantante di provincia, si è rivelato un grande privilegio averlo potuto incontrare di persona. Un soddisfazione immensa aver potuto donare all’artista, in apertura, una copia dell’opera musico/letteraria La Pioggia di Londra realizzata con gli studenti dei Licei Mazzini di Locri.