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Politica

Ernesto Rapani: l’ospedale della Sibaritide, l’aeroporto di Crotone e la riforma della giustizia


GRF

Negli ultimi giorni ha fatto sentire la propria voce su vari temi il senatore di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani, che è intervenuto sulla necessità risolvere il nodo del costruendo ospedale della Sibaritide, di dare nuova linfa vitale all’aeroporto di Crotone e sulla riforma della giustizia.

«Forti preoccupazioni sull’ospedale della Sibaritide. Potenziare i nosocomi esistenti»

«Sull’ospedale della Sibaritide avverto non poca preoccupazione. Dopo aver appreso alcune notizie dalla stampa e ascoltato alcuni ben informati ho inteso visitare personalmente i cantieri e aprire un confronto con i responsabili dei lavori e dell’azienda, per toccare con mano quale sia il reale stato dell’arte dell’opera. Ma soprattutto quale futuro si celi dietro nubi sempre più nere».
Lo afferma il senatore Rapani.
«Da sempre – prosegue, – pavento i problemi. Oggi per me sarebbe facile sottolineare di essere stato facile profeta. Ho sempre sostenuto che un progetto approvato nel 2009 difficilmente si sarebbe potuto realizzare dopo oltre 10 anni. La motivazione era semplice: l’aumento dei prezzi. Considerato che successivamente alla pandemia e in concomitanza con il conflitto russo/ucraino i materiali hanno avuto un ulteriore rincaro dei prezzi, oggi il fermo lavori è sempre più reale.»
«Sono sempre stato dell’idea secondo cui si sarebbero dovuti specializzare i nosocomi di Cariati e Trebisacce, oppure investire preventivamente nei due ospedali Giannettasio e Compagna di Corigliano Rossano, perseguendo l’ormai celeberrimo Decreto del Commissario ad Acta nº 64 con cui il presidio rossanese dovrebbe fungere da polo chirurgico e quello coriglianese da polo medico. La preoccupazione è, dunque, doppia se consideriamo che, a oggi, non vantiamo strutture degne di essere definite ospedali al passo con i tempi mentre la realizzazione dell’ospedale della Sibaritide resta un rebus.»
«Confido, però, – prosegue il senatore di Fratelli d’Italia – nel lavoro del presidente della Regione e commissario alla sanità Roberto Occhiuto. Auspico, quindi, un suo intervento immediato, finalizzato a verificare lo stato di salute dei lavori dell’ospedale nuovo e, nel frattempo, a potenziare le due strutture esistenti, partendo dalle fondamenta del DCA nº 64. Non è più tempo di rimandi e rinvii in attesa del polo d’eccellenza sanitaria che sta sorgendo in contrada Insiti. I circa 200.000 abitanti della Sibaritide e gli oltre 100.000 dell’Alto Crotonese e Basso Ionio Cosentino, con le relative aree interne, che gravitano per lo più sullo spoke di Corigliano Rossano (soprattutto per le urgenze) meritano risposte immediate. E poi i traslochi di reparti dal Giannettasio al Compagna e viceversa non risolvono il problema, anzi lo acuiscono – conclude Rapani – perché effettuati senza criteri di riferimento che si devono basare unicamente sulla tutela degli utenti del territorio.»

“Si colleghi la Sibaritide all’aeroporto di Crotone”

“Sembra una congiura ma non lo è. Niente voli diretti Crotone/Roma a causa della gara andata deserta. Una situazione imbarazzante, che dovrebbe far riflettere.”
Lo dichiara in una nota il senatore Rapani.
“Per la seconda volta – spiega il parlamentare – nessun vettore ha partecipato al bando di gara internazionale pubblicato dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile per operare un nuovo collegamento aereo tra Crotone e Roma, pur con una sovvenzione statale di 13.000.000. Ita, Volotea e Dat, le compagnie che avevano chiesto informazioni, quindi manifestato interesse, hanno deciso di non partecipare. Evidentemente i vettori hanno constatato che, pur con il supporto dello Stato, volare tra Crotone e la Capitale non è conveniente. Sicuramente per via di un bacino di utenza, quello crotonese, che utilizza Sant’Anna e l’aeroporto di Lamezia.”
“Noi di Fratelli d’Italia lo sosteniamo da molti anni – sottolinea Rapani, – e lo abbiamo sempre dimostrato con tante manifestazioni pubbliche in cui, da militanti, suggerivamo che l’aeroporto di Crotone, per la sua sopravvivenza, necessita del bacino d’utenza della Sibaritide. In fondo, sarebbe semplice, anche senza elettrificazione: i treni Blues, prossimi a viaggiare sulla linea ionica, per quanto antiquata, potrebbero collegare Sibari, Corigliano Rossano, Mirto Crosia, Cariati, Cirò Marina e Crotone (circa di 100 km) in 40/50 minuti. Ovvero un lasso di tempo notevolmente inferiore a quello impiegato a un milanese per raggiungere Malpensa o a un romano per volare da Fiumicino. Certo – prosegue il senatore Rapani, – sarebbe assolutamente necessaria una stazione ferroviaria a Sant’Anna, che non appare come un’impresa titanica, ma anche dei mezzi pubblici veloci di collegamento tra la stazione ferroviaria di Crotone e l’aeroporto Pitagora. Anche su questo fronte – conclude Rapani – solleciterò il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Trenitalia/Rete Ferroviaria Italiana.”

«Riforma Cartabia e ingiusta detenzione, cortocircuito del sistema»

«Sono tante le perplessità emerse dall’inaugurazione dell’anno giudiziario tenutosi a Catanzaro (al quale ho partecipato) espresse dai rappresentanti dei vari ordini presenti. Tra tutti, i dubbi paventati sulla recente Riforma Cartabia, definita come l’ennesimo intervento del Legislatore che rischia di far collassare l’intero sistema Giustizia». È quanto dichiara il senatore Rapani.
«Condivido appieno l’intervento del presidente dell’Ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico. Il legale ha sottolineato come chi ha scritto la riforma abbia “volutamente trascurato le gravi condizioni in cui magistrati e avvocati sono costretti a operare già da anni e ciò perché l’obiettivo era solo quello di ottenere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e non quello di rendere più efficiente la giurisdizione e il processo. Del resto (ha sottolineato ancora il presidente dell’ordine) uno Stato di diritto che si trasforma in un mero Stato economico perde purtroppo di vista gli obiettivi e le esigenze primarie della Società e dei cittadini e, tra questi sicuramente troviamo la Giustizia”.»
«Questo nuovo quadro normativo – afferma il senatore, – costringerà tutti gli operatori del diritto alla resa, accettando il fatto che il sistema giustizia abbia fallito “in via definitiva salvo non voler affidare tutto alla sfera di cristallo della Giustizia predittiva e degli algoritmi che costituirebbero la fine del processo e della giurisdizione”, come sostenuto ancora da Talerico. La riforma sostanzialmente chiede ai magistrati di lavorare ancora di più ma senza fornire nuove risorse umane e organizzative; chiede all’Avvocatura “l’ennesimo adattamento al sacrificio e ai cittadini di rinunciare ai propri diritti o, comunque, di rendere sempre più difficile la loro tutela”.»
«Concordo con Talarico quando definisce la riforma Cartabia come la peggiore di tutti i tempi, nonostante sia stata scritta da un presidente della Corte Costituzionale. Oggi – sostiene ancora il senatore Rapani, – ci troviamo in mezzo al paradosso di dover attuare una riforma voluta da un governo diverso, pur non condividendola, tant’è che si parla già di nuovi interventi di riforma.»
«Come accennato da Talerico nei giorni scorsi, “la soluzione di anticipare, addirittura, i tempi di entrata in vigore della Riforma appare una scelta scellerata e illogica rispetto alle riserve manifestate dall’Avvocatura e dalla Magistratura, mentre gli Uffici Giudiziari continuano a far registrare la carenza di organico e un carico dei ruoli eccessivo. Nel civile e nel penale (ha concluso l’avvocato Talerico) sono molte le anomalie analizzate, dagli ostacoli alle impugnazioni, alla mortificazione dell’oralità del processo, alla confusione a cui condurrà il regime transitorio, e basti richiamare tra le tante la questione della necessità della presentazione della querela entro termini ristretti anche per quei processi in corso. Ma questo non è lo Stato di diritto che dobbiamo offrire al Paese”.»
«Un altro aspetto emerso nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro – sottolinea ancora Rapani, – è l’ingiusta carcerazione. Numerosi errori giudiziari annualmente conducono in carcere, ancora, troppe persone innocenti. Così come la carcerazione preventiva andrebbe limitata ai soli casi eccezionali. Nel periodo 2012/2021 ammonta a quasi 53.000.000 di € la somma corrisposta come risarcimento per ingiusta detenzione. Addirittura, nel solo 2018, sono ammontati a oltre 10.400.000 € gli indennizzi versati, la seconda somma più alta di sempre in Italia.»
«Purtroppo – conclude il componente della commissione Giustizia del Senato – non si tratta soltanto di sperpero di denaro pubblico, piuttosto di tante vite umane che vengono spezzate, spesso in maniera irreversibile, poiché niente sarà più come prima. Si giudica la persona e non più il reato, esaltando fino all’assurdo la cultura del sospetto.»


Gedac

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