ADVST
Costume e Società

Sant’Ilario: gli occhi della speranza nella nuova edizione di “Storie Migranti”


Edil Merici

Di Cristina Caminiti

Aveste visto quegli occhi.
C’è un padre seduto di fronte un microfono, emozionato, le mani strette tra le ginocchia e un sorriso un po’ imbarazzato. Non è abituato a parlare in pubblico, si vede. Non conosce la lingua italiana, anche se la mastica un po’ e si scusa per questo, tuttavia si sforza di usarla. Intorno a lui i figli, sei, i sorrisi, la timidezza, la felicità di essere in un luogo sicuro, di essere salvi.
Aveste visto quegli occhi.
La famiglia Matloob viene dal Kashmir, regione nel nord del subcontinente indiano, precisamente fra India (di prevalenza idu) e il Pakistan musulmano, sebbene si definiscano a tutti gli effetti pakistani. Una terra di conflitti, iniziati subito dopo l’indipendenza del Regno Unito e che, dal 1947, è contesa dai due Stati. A ciò si aggiunge un’altra regina dell’Asia, la Cina, che dai primi anni ‘80 rivendica il confine, definito nel 2012 dall’Economist come “the most dangerous place on Earth”, il confine più pericoloso al mondo. Negli ultimi mesi del 2022 si è passati dagli attacchi terroristici agli organi militari a quelli sui civili, in particolare ospedali e scuole. E lo ricorda anche una delle figlie parlando dei tanti bambini morti a causa dei bombardamenti. La guerra, cominciata per fazioni religiose nemiche, dilaga ora in rivendicazioni economico/territoriali.
La presenza di questa famiglia a Sant’Ilario dello Ionio presso il Palazzo Speziali/Carbone, è l’apertura all’incontro patrocinato dall’amministrazione comunale e organizzato dalla Eurocoop Jungi Mundu, che dal 1999 si fa portatrice di accoglienza ai migranti e il cui obiettivo è di fornire ai rifugiati e ai richiedenti asilo gli strumenti necessari a ricominciare una vita dignitosa nel nostro Paese.
La dolcezza e la professionalità di Maria Teresa D’Agostino accompagna il racconto della famiglia: la fuga dal Kashmir, la permanenza in Libia e l’affanno di un padre disposto a tutto, pur di mettere in salvo la propria famiglia, il viaggio in mare e, infine, l’Italia. E ciò riporta il pensiero ai tanti migranti provenienti da Iraq, Congo, Nigeria, Yemen, Ucraina, guerre storiche e mai concluse, intervallate da brevi istanti di pace apparente durante le quali gli obiettivi diventano la gente comune. Nonostante le ripetute accuse di crimini di guerra alle potenze internazionali, i bombardamenti non cedono e le armi non si abbassano. Il loro cielo è polvere di cemento, la loro terra è culla di morte.
Protagonista della seconda parte della serata è Rossella Scherl che, col suo ultimo libro, Pepi l’americano, edito da Rubettino, ripercorre in una lunga riflessione l’esperienza dei profughi istriani romanzando la storia del nonno imbarcatosi per le Americhe e che, insieme alla voce di Bernardo Migliaccio Spina, ci ricorda che anche noi, come loro, siamo migranti.
Si uniscono quindi due epoche diverse così come diverse sono le nazionalità presenti in sala. Passato e presente, Occidente e Oriente, le culture del mondo condividono sotto lo stesso cielo la medesima realtà.  Le guerre, la fuga, la speranza di costruire una vita.
Oriana Fallaci scriveva, “quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo”.


GRF

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button