Al Santuario Nostra Signora dello Scoglio fervono i preparativi per la Giornata Mondiale del Malato

Dall’Ufficio Stampa Santuario Nostra Signora dello Scoglio
Tutto pronto per l’11 febbraio, al Santuario Diocesano Nostra Signora dello Scoglio, per celebrare la XXXI giornata mondiale del malato. Ricco, come sempre, il programma liturgico, che prevede, già dalla vigilia, a partire dalle ore 16:30, l’inizio delle confessioni. Alle ore 17:30 il santo Rosario e alle ore 18:00 la processione con le fiaccole, al cui termine verrà celebrata la Santa Messa. L’11 febbraio, dalle ore 9:30 i sacerdoti saranno disponibili per le confessioni, alle ore 10:00 e alle ore 11:00 si pregherà con il santo Rosario e alle ore 12:00 vi sarà l’Angelus. Dalle ore 14:00, dopo un momento con inni e canti di lode, si susseguiranno l’evangelizzazione di Fratel Cosimo, la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Francesco Oliva e, prima della benedizione eucaristica, la preghiera di intercessione di Fratel Cosimo per tutti gli ammalati e i sofferenti.
Di seguito riportiamo l’evangelizzazione di Fratel Cosimo tenuta il 1º sabato di gennaio.
Un saluto di pace e di gioia nel nome del Signore rivolgo a tutti voi convenuti in questo Santuario dedicato alla Madre del Signore. Cari fratelli e sorelle abbiamo appena trascorso una settimana del nuovo anno 2023, incominciato il 1º gennaio scorso sotto lo sguardo e la protezione della Vergine Santissima, Madre di Dio. In questo primo sabato di Gennaio vogliamo ringraziare la Vergine di Nazareth che, con il suo sì, ha permesso la venuta del Salvatore del mondo. La ringraziamo per il suo silenzio pieno di stupore, la ringraziamo perché ha accolto e generato la Parola fatta carne nel suo seno verginale, la Parola che oggi parla a ciascuno di noi e a tutta l’umanità e riempie di gioia e di letizia la nostra vita. Nel Prologo di San Giovanni Evangelista, al versetto 14, leggiamo così: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità”. Illuminati da queste parole rivolgiamo ora la nostra attenzione sul passo del Vangelo di Matteo, capitolo 3, a partire dal v. 13 fino al v. 17. Ecco quanto dichiara il testo: “In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?» Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare, per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»”. Fratelli e sorelle, dopo aver ascoltato il meraviglioso brano del Vangelo, cerchiamo in un certo qual modo di entrare nei fatti da esso narrati e, con cuore umile e allo stesso tempo disponibile, diamo inizio alla riflessione. Allora, quando la predicazione di Giovanni Battista, chiamato il battezzatore oppure il battistrada, cioè il precursore del Messia, colui che doveva preparare la strada per la venuta del Signore, stava quasi per terminare e la missione di Gesù Cristo era ormai prossima per incominciare, vediamo un po’ cosa fece Gesù: egli subito, senza pensarci due volte, lasciò la Galilea e si mise in viaggio per raggiungere Giovanni Battista, che si trovava sulle rive del fiume Giordano. Non pensate che sia stato così facile per Gesù raggiungere Giovanni, perché ha dovuto percorrere diversi chilometri dalla Galilea fino al Giordano, per farsi poi battezzare da lui. Chi è andato in Terra Santa, probabilmente, avrà potuto notare la distanza che bisogna percorrere dalla Galilea al fiume Giordano. Questo vorrebbe indicare, cerchiamo di capirlo, l’importanza che Gesù attribuiva al battesimo, e altrettanta importanza, direi, dovremmo attribuire noi al nostro battesimo e anche tutti coloro che si dicono seguaci di Gesù Cristo al tempo d’oggi, cioè tutti quelli che seguono il Signore. Intanto, purtroppo, è anche vero che una percentuale di persone, pur frequentando la chiesa, non sa cosa sia il battesimo nel vero senso della parola e, forse, aggiungo, non ricorda nemmeno la data in cui l’ha ricevuto. Magari qualcuno di voi potrebbe anche scandalizzarsi nel sentirmi dire questo, ma è proprio così. Il battesimo, miei cari, è il primo sacramento che il cristiano deve ricevere ed è anche un sacramento molto importante. Vi leggiamo a un punto del Catechismo della chiesa, che il Santo battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana e, se è così, come è così, ogni uomo e ogni donna nella propria vita dovrebbe vivere in sintonia con il proprio battesimo. Quindi cerchiamo di riscoprire il significato e l’importanza del nostro battesimo. Come abbiamo ascoltato dal Vangelo, Gesù, dalla Galilea, andò al Giordano per incontrare Giovanni e, una volta giunto sulla sponda del fiume, si mise in fila insieme agli altri, in attesa del suo turno. A questo punto Giovanni, di sorpresa se lo vide innanzi, in atto di ricevere da lui il battesimo. Immaginiamo questa scena: Giovanni cercava di opporsi e disse a Gesù perché, predicando un battesimo di pentimento e di conversione, forse non aveva ancora compreso il motivo per il quale Gesù voleva essere battezzato da lui. In effetti, pensandoci un po’, di che cosa avrebbe dovuto pentirsi Gesù? Egli, non aveva mai peccato. Infatti dice la seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, c. 5, v. 21: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccatore in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio”. Miei cari, dal significato di queste parole, possiamo considerare quanto è grande l’amore e la misericordia di Dio verso tutti gli uomini. Ed ecco che nel momento in cui Gesù ricevette il battesimo nelle acque del Giordano, lo Spirito Santo di Dio discese su di lui in forma di colomba. E proprio in quel momento, dai cieli aperti si udì la voce del Padre. Difatti, nel Libro del Profeta Isaia, al c. 11, v. 2 sta scritto: “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore, Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di conoscenza e del timore del Signore”. Il motivo per il quale lo Spirito Santo è sceso su Gesù, non è stato altro se non quello di consacrarlo con la sua unzione e allo stesso tempo di fortificarlo per poter svolgere la sua missione terrena in mezzo al popolo. Infatti, se ce lo avete al momento presente, quando Gesù entrò nella sinagoga di Nazareth in giorno di sabato e gli venne dato il rotolo del profeta Isaia, lui incominciò a leggere: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore”. E, nel concludere, cari fratelli e sorelle, questo messaggio di riflessione evangelica, non mi stanco mai di proclamare che Dio ci ama, e ci ama di un amore senza fine, di un amore eterno, e solo e soltanto per amore ci ha inviato il suo Figlio Gesù Cristo. La Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio, Madre del Redentore, voglia aiutarci ad aprire i nostri cuori, ad accogliere il messaggio di salvezza che è venuto a portarci l’Emmanuele, il Dio che ha lasciato la gloria dei cieli, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, per essere il nostro Signore e Salvatore.