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Costume e SocietàLetteratura

L’avvio dell’impresa

La tela del ragno


Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

Dopo tutte le peripezie, la fornitura arrivò come stabilito durante la seconda negoziazione, ma ciò non evitò l’approvvigionamento in ritardo della farina. Circa venti giorni dopo, rispetto alla tabella di marcia, la fabbrica delle pizze mosse i primi passi.
I 50 impiegati previsti dagli accordi tra l’impresa e lo Stato Slovacco, dopo un mese dall’inizio dell’attività passarono a 70. Il personale fu scelto rigorosamente di sesso femminile. L’età era compresa tra i 18 e i 30 anni. La selezione delle lavoratrici fu condizionata per una parte dalla volontà dei politici del luogo, per la restante dai gusti del titolare dell’azienda. Aquilino amava circondarsi di donne giovani e belle; questo per lui era un motivo fondamentale, anche se era un principio discutibile che lasciava il tempo che trovava.
Nel giro di poco tempo, la società aveva organizzato una rete di rappresentanti così efficiente che, nel volgere di poche settimane, raccolse commesse per oltre 20.000 pizze al giorno. Serafino non si aspettava un’ascesa così rapida della richiesta, tutto era andato ben oltre le previsioni.
Al quel brillante risultato, poco attendibile a conseguenza della novità sul mercato, si aspettavano il contraltare della normalizzazione delle commesse in attesa di ampliare l’organico nella catena di produzione. Temevano quello che spesso viene menzionato come fuoco di paglia. Trovandosi a navigare in un mare sconosciuto optarono, in attesa di avere una chiara visione del mercato, di stazionare nelle acque quiete della prudenza.
Puntualmente, due mesi dopo, il mercato si stabilizzò attorno alla produzione giornaliera di 40.000 unità. La notevole quantità di pizze aveva superato di gran lunga le loro aspettative; era la prova che il prodotto stava entrando sempre più a far parte della dieta di un numero crescente di persone. Naturalmente, a conseguenza della crescente domanda, il numero degli addetti passò da 70 unità a 105. La catena di produzione era popolata di donne che si avvicendavano nella lavorazione di un derivato che ha sfamato un numero crescente di esseri umani sin da quando l’uomo, da cacciatore/raccoglitore, divenne agricoltore.
Nelle loro previsioni economiche avevano preventivato un incasso netto giornaliero di 2.000.000 di ₤, in realtà viaggiavano sui 5.000.000. L’azienda aveva conquistato una fetta di mercato ben oltre ogni previsione. Per una questione statistica, una volta coperto l’intero mercato, l’azienda sarebbe andata a produrre circa 2.500.000 pizze al mese.
Tutto oramai camminava di moto proprio, Aquilino si trovò in grande armonia con Bobbo, tanto che tutte le volte che rientrava dall’Italia, gli portava degli omaggi come camicie e vestiti vari. Fra i due era nata una amicizia fraterna. A conferma dell’affetto che reciprocamente nutrivano, alla nascita del primo figlio di Bobbo, Aquilino lo tenne a battesimo.
Dal canto suo, Serafino vide concretarsi un grande sogno: aveva trovato la giusta dimensione e la famiglia in Italia era felice per come stavano procedendo le cose. Aquilino era partito per la Slovenia come responsabile della distribuzione del caffè, il destino volle che si ritrovasse socio alla pari di quella magnifica azienda nel settore alimentare. Ogni qual volta che si recava in azienda guardava con occhio compiaciuto tutta la struttura, ma in modo particolare il vano attiguo all’ufficio destinato ad alcova: 40 m² con bagno annesso; lì, le donne dovevano sostenere un test attitudinale per stabilire il tipo di lavoro in grado di svolgere nell’azienda. Oltre ai requisiti di base necessari per il lavoro, dovevano essere di ottimo aspetto fisico e abili nel letto.
Con la stessa velocità con cui passavano i mesi, i debiti tendevano ad azzerarsi. Al quarto mese saldarono l’ultima tranche di quanto dovuto per l’acquisto di tutte le macchine; da lì in poi l’azienda iniziò a creare ricchezza.
Come sempre, quando meno te l’aspetti, il diavolo, nelle vicende degli uomini, ci mette la coda.
Era il mese di febbraio, faceva un freddo tremendo, il termometro segnava -30. L’azienda si trovò costretta a marciare a rilento per via delle difficoltà che s’incontravano per la fornitura delle materie prime.
Il pensiero di Aquilino andò alle splendide giornate che il cielo riservava all’Italia meridionale; improvvisamente lo squillo del telefono lo destò dai caldi pensieri e lo riportò al freddo polare di Košice: era la moglie di Serafino che, dopo i dovuti convenevoli, con tono grave, chiese del marito.
Aquilino la informò che Serafino era andato in banca per pagare delle forniture e, prima di un’ora, non sarebbe ritornato. Mancava poco allo scadere del tempo stimato da Aquilino quando il socio varcò la porta dell’ufficio. Intirizzito dal freddo stava per bestemmiare, ma la sua consolidata fede glielo impedì.
Le lancette dell’orologio indicavano un’ora esatta da quando aveva finito di conversare con la signora di Serafino; lo squillo puntuale del telefono gli fece intuire che dall’altra parte c’era nuovamente lei. Prese la cornetta e, senza rispondere, la passò all’amico.

Continua…

Foto: cedscdn.it


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