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Alex Baudo: «Vi parlo di me per non essere più solo il “figlio di…”»


Edil Merici

È in libreria da pochi giorni Funanbolo della Musica, autobiografia che Alex Baudo, compositore figlio del noto conduttore televisivo Pippo, ha scritto con la collaborazione di Teresa Giulietti per farsi conoscere meglio all’Italia che lo ha riabbracciato da poco tempo.
È un onore oggi averti mio ospite. Vorrei cominciare con il farti i complimenti per questa tua autobiografia domandandoti: come mai proprio adesso?
Da tempo amici e famigliari mi dicevano Alex, dovresti scrivere un libro sulla tua vita. Ho riflettuto e mi sono reso conto che avrebbe fatto bene soprattutto a me e che, volendo farmi conoscere anche in Italia come musicista, una mia biografia sincera mi avrebbe potuto aiutare a far conoscere aspetti della mia vita, di me stesso, che da sempre la stampa ignora, limitandosi a definirmi “il figlio segreto di…”. Io non sono il figlio segreto di nessuno: sono Alex Baudo.
La tua vita è ricca di colpi di scena, tra questi anche l’aver scoperto a trent’anni di essere figlio di un altro papà, come hai vissuto questa rivelazione?
È stato uno choc. Fino a quel momento ero sicurissimo che mio padre fosse Tullio Formosa, l’uomo che mi ha cresciuto, appassionato alla musica, protetto e insegnato i valori di cui vado più fiero. Nel momento in cui Tullio si è ammalato gravemente, lui e mamma Mirella si sono chiesti se non fosse giunto il momento di rivelarmi la verità su chi fosse il mio padre biologico. Da poco io stesso ero diventato padre di Sean e in qualche modo guardavo al mondo e alla mia vita da una prospettiva diversa, ma è stato comunque un fulmine a ciel sereno.
Da quando eri bambino la tua vita si è divisa tra Canada, America e Australia. L’Italia come ti ha accolto ora che sei rientrato in terra d’origine dopo anni di lontananza?
I miei genitori Mirella e Tullio, ovviamente anche Pippo, sono italiani. Il mio sangue lo è. I primi anni di vita li ho trascorsi in Italia; poi, di rientro dal Canada, prima di partire per l’Australia, abbiamo vissuto un altro anno a Roma.
Anche se ho studiato e vissuto in paesi anglofoni qualcosa dell’Italia me la sono sempre portata con me, grazie anche ai racconti dei miei genitori e alla musica che si ascoltava in casa.
L’Italia è una terra che in parte devo ancora scoprire, spesso mi ritrovo a non comprendere modalità e atteggiamenti degli italiani, quello che amo di più è il senso di calore e di famiglia ma, per molti aspetti, mi sento più legato alla cultura anglofona che, per esempio, non educa attraverso il senso di colpa o il giudizio.
Questo libro è stato scritto con Teresa Giulietti, come è stato lavorare con lei?
Fin da subito si è creata una forte empatia, mi bastava raccontarle qualcosa perché lei mettesse la mia vita su carta, ho spesso avuto la sensazione che mi conoscesse da sempre. Che non ci fossero segreti per lei. La prima volta ci siamo conosciuti attraverso uno schermo del Computer (io da Melbourne, in Australia, e lei da Parma) ma era come se ci fossimo già incontrati, poi ci siamo visti a Roma dopo mesi di lunghe telefonate, vocali, per mettere a segno la stesura del libro. È stato un percorso piacevole e arricchente. Oggi, tra di noi, è nata una profonda amicizia.
Se tu dovessi descrivere con una musica la tua esistenza la definiresti: classica, metal, punk,  rock, oppure…?
Un po’ di tutto questo e molto Soul.
Se dovessi definire la tua vita con tre aggettivi quali sarebbero?
Intensa, a tratti cinica, passionale.
Sei padre, nonno e artista. Quale ruolo prediligi, quello dell’uomo privato o del personaggio pubblico?
L’amore, per me, è sempre stato fondamentale, in ogni sua forma, il motore di tutto. Musica e amore in qualche modo sono la stessa cosa, vivono in simbiosi. Mi sento a casa tra i miei affetti come tra la mia musica.
Se potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti e perché?
Inutile dire che vorrei la pace in ogni angolo del mondo, senza quella è impossibile fare tutto il resto. Mi piacerebbe pensare che ogni individuo, almeno in questa vita, possa realizzare il suo sogno, qualunque esso sia.
Un tuo sogno nel cassetto?
Trovare i giusti accordi emotivi, la mia armonia interiore.


GRF

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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