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Reba Reitano: “A Locri un quadro politico/amministrativo desolante”


Edil Merici

Di Reba Reitano

Cara Locri,
io come tanti altri giovani, over 30, abbiamo deciso di rimanere a vivere dove siamo cresciuti, abbiamo scelto Locri.
Quando ero bambina, con i miei compagni, prima del suono della campanella, giocavamo a nascondino dietro i grandi alberi davanti alla scuola elementare De Amicis, in estate mi riparavo dal sole sotto le chiome dei grandi alberi di Via Tevere, ora queste cose non si possono più fare perché non esistono più quegli alberi, sono stati tagliati per far spazio al cemento.
Da adolescente capitava che qualcuno dicesse che Siderno era meglio di Locri perché c’erano i negozi e io ho sempre risposto con orgoglio che Locri non era una città commerciale, ma una città in cui c’erano tutte le scuole, tutti gli uffici, i tribunali e l’ospedale.
Oggi, ahimè, non posso più essere orgogliosa come da adolescente per la situazione in cui versano gli studenti e i dipendenti dell’Istituto alberghiero, per le classi che mancano al Liceo Mazzini in cui gli alunni sono costretti a fare i turni e cambiare aule a ogni ora, un diritto allo studio negato.
I lavori per la costruzione del nuovo tribunale sono fermi da anni, nonostante le parole dell’ex sindaco che in estate prometteva la ripresa dei lavori.
E poi l’ospedale, che ha sempre avuto un organico d’eccellenza, oggi si trova in coma, tante parole sono state spese tra gli applausi del popolo ma non si è mai passati ai fatti e quando parlo di fatti non intendo le manifestazioni fini a se stesse, ma ai Sindaci della Locride si sarebbero dovuti sedere intorno a un tavolo e, uniti, avrebbero dovuto lottare davvero per evitare questa situazione.
L’ospedale non serve solo per gli anziani, ma anche per i neonati che rappresentano il nostro futuro.
Chi ha amministrato negli ultimi vent’anni ha dichiarato come propri successi opere che, invece, sono da attribuire a precedenti amministrazioni comunali. Recentemente, per esempio, si è parlato della realizzazione del nuovo istituto alberghiero, ma il finanziamento non è il frutto dell’impegno dell’Amministrazione Calabrese, i 6.500.000 € provengono dal progetto Forever, fondi risalenti a 17 anni fa che sono stati stanziati a seguito della morte di Franco Fortugno.
Tante altre opere sono state fatte grazie a quei fondi e dal lavoro di altre amministrazioni, queste cose e tante altre sono state dette dalla minoranza durante le sedute del consiglio comunale ma i locresi, a differenza dei sidernesi, non partecipano più alla vita politica cittadina credendo alla narrazione che viene fatta tramite interventi sui social.
Per il senso civico e l’amore per Locri cinque anni fa ho deciso di candidarmi con la lista civica Scelgo Locri, non l’ho fatto per raggiungere poltrone, perché non vivo di politica, ma perché credevo nel programma politico e nella squadra di cui facevo parte e avrei voluto lavorare per far tornare Locri quel posto di cui ero fiera da adolescente.
Ma i locresi non erano pronti al cambiamento e forse anche noi non siamo stati abbastanza persuasivi, ma durante questi cinque anni i consiglieri hanno fatto un’opposizione seria, denunciando (anche alle autorità giudiziarie) casi di mala gestione della cosa pubblica.
I consiglieri comunali di opposizione, a pochi mesi dalla fine del mandato, si sono dimessi in blocco, una presa di posizione forte e netta nata dalla “mancanza delle minime condizioni di agibilità democratica, trasparenza e rispetto delle regole in seno agli organi amministrativi dell’Ente, tale da vanificare e rendere impossibile ogni attività politica”, come si legge nel documento denuncia che poi è stato condiviso dal Circolo del Partito Democratico locrese e da Locrinasce.
Oggi Locri rappresenta la movida, è un Paese per giovanissimi, perché si può bere e ballare fino all’alba senza che nessuno dica niente, musica ad altissimo volume, giovanissimi che bevono super alcolici fino a perdere coscienza, ma è questo che vogliamo?
Io vorrei una città in cui ci si diverte rispettando anche il riposo altrui, una città che pensa ai suoi giovani e li educhi al rispetto verso se stessi, una città che valorizzi il suo passato facendo la giusta manutenzione negli scavi archeologici, una Città che metta sul lungomare le bici che da cinque anni che chiediamo dove siano, e così via.
La politica deve tornare a essere quella della concezione aristotelica, la politica come amministrazione della polis per il bene di tutti (e non di pochi), la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Per ora il quadro politico/amministrativo è desolante e, sostenendo la denuncia fatta dalla minoranza, non accetto la surroga e se qualche locrese vorrà vedermi in Consiglio comunale dovrà esercitare un proprio diritto: tornare a votare.


GRF

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