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“Senza la musica di Freddy Mercury il mondo sarebbe stato parecchio più triste”

Torniamo a parlare di The Show Must Go On di Freddy Mercury scritta, per Diarkos editore, dal giornalista e scrittore Paolo Borgognone e ne parliamo rivolgendo qualche domanda sulla figura dell’iconico artista direttamente al suo autore.
Perché il cantante di origini parsi Farrokh Bulsara si fece chiamare Freddy Mercury?
Il suo vero nome era certamente  troppo etnico, all’epoca, per il mondo dello spettacolo, legato a schemi antiquati e poco flessibili su certi argomenti. La sua scelta fu quindi quella di cambiarlo in qualcosa di più inglese ma che restasse comunque ridondante e clamoroso, un poco come la sua musica.
Quanti gatti ha avuto il cantante?
Moltissimi. Ci ha sempre parlato, anche al telefono: quando era in tour se li faceva passare per fargli sentire la propria voce. E a una in particolare, Delilah, ha dedicato una canzone.
Quando scoprì la malattia come reagì?
Nella seconda metà degli anni ‘80 l’AIDS era uno stigma. La società, almeno la parte più benpensante, la associava all’omosessualità, che era da molti considerata immorale e, quindi, ammettere di esserne affetto significava diventare bersaglio di orribili critiche omofobe. Questo lo spinse a tenere nascosta la sua malattia per evitare l’assalto dei cronisti a caccia di esclusive. Inoltre non voleva esserne condizionato e scelse di continuare a lavorare come se niente fosse.
Quasi tutti abbiamo visto Bohemian Rhapsody, il biopic capolavoro su Freddie e i Queen
Un film bellissimo, grazie soprattutto, ma non solo, alle musiche immortali dei Queen. Alcune situazioni sono state cambiate per esigenze di copione, di storia, ma fondamentalmente il ritratto del personaggio è credibile e vicino alla realtà.
Il dibattito su omosessualità e bisessualità di Mercury tiene ancora banco. Quale il tuo parere?
Bisogna contestualizzare i fatti nella loro epoca. Se perfino oggi esistono ancora sacche della società che si permettono di giudicare o, peggio, di emarginare le persone sulla base delle preferenze sessuali, immaginate cosa potesse accadere all’epoca. Soprattutto per un personaggio pubblico. Per questo Freddie scelse di vivere la propria sfera sessuale nel silenzio. Qualcuno critica perfino questa decisione, ma bisogna mettersi nei panni di chi subiva discriminazioni e derisioni prima di giudicare.
Quali le tre canzoni di Freddy che prediligi?
Sono talmente tante… ovviamente Bohemian Rhapsody, capolavoro assoluto della musica moderna e pastiche riuscitissimo di diversi stili. Poi direi Jealousy che è molto meno conosciuta ma ci restituisce un Freddie romantico nello scrivere e virtuoso nel cantare. E poi una delle canzoni (tutte belle) del disco che incise con Montserrat Caballé, la soprano spagnola. Un colpo di genio da ogni punto di vista.
31 anni fa moriva lasciando nei suoi fan un vuoto incolmabile. Quali i tre con cui lo definiresti?
Senza dubbio coraggioso, perché ha osato cambiare stile parecchie volte nella sua vita e nella musica. Geniale, perché aveva in se la capacità di trasformarsi e diventare qualcun altro, anche superando una personale timidezza. Superbo per le incredibili capacità canore, come compositore e interprete di una musica immortale.
«Puoi essere tutto ciò che vuoi, ti basta trasformarti in qualunque cosa tu pensi possa essere» è una delle sue citazioni più belle. Sei d’accordo?
Questa frase trasferisce a chi la ascolta l’immagine di chi fosse veramente Freddie. Un istrione, capace di mutare pelle e diventare sempre differente, convinto di farcela in ogni momento.
Qual è la tua frase preferita di Mercury?
«Non sarò una rockstar. Sarò una leggenda». Come circoscrivere in poche parole tutta la voglia di un ragazzo sconosciuto di diventare qualcuno ma di farlo a modo suo, alle sue condizioni. E seguendo il proprio codice di comportamento. Una lezione di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
Cosa avresti voluto chiedergli se tu lo avessi potuto conoscere dal vivo?
Di continuare a scrivere musica perché il mondo, senza la sua sarebbe stato parecchio più triste: avrebbe capito, sorriso con malizia e risposto: «Farò del mio meglio, darling.»
Quali i tuoi progetti futuri?
Dopo Freddie ho esplorato le vite di altri personaggi della musica con Elvis Presley e della società con Martin Luther King Jr.: adesso sto tornando alla musica, studiando il fenomeno musicale inglese che da Liverpool ha cambiato il mondo. Chiaro di chi parliamo, no?

Foto: open.online


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