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Palo Borgognone: “Ogni volta che scrivo spedisco un pezzetto di me nelle librerie”

Torniamo a parlare dal giornalista e scrittore Paolo Borgognone a cui oggi rivolgiamo qualche domanda personale sulla sua passione per la scrittura, il suo metodo e le sue passioni.
Come ti senti quando scrivi un libro?
In tanti modi diversi. Generalmente sto bene perché scrivere è la cosa che mi piace di più fare. Però è anche impegnativo, perché bisogna farlo bene. Quindi a volte capita di sentirsi stanchi o svuotati: ma va bene così.
È facile farsi venire le idee?
Dipende da persona a persona. Nel mio caso (occupandomi di biografie) quello che conta è soprattutto la capacità di fare collegamenti, cercare agganci per tirare dentro alla tua storia altre vicende, personaggi diversi, magari inaspettati. Certamente per scrivere serve essere curiosi.
Sei emozionato quando ti pubblicano un libro?
Sì, perché è come se fosse un pezzettino di me che va nelle librerie. È un modo per essere (relativamente) sotto i riflettori…
Ti è mai venuto il blocco dello scrittore?
Sì, quello capita a tutti. Pensieri, salute, preoccupazioni. Sono tanti gli elementi che possono disturbare il processo di scrittura. In quei momenti (se si può) meglio fermarsi, uscire, fare una passeggiata, schiarirsi le idee. Il cervello continua a lavorare anche se non ce ne accorgiamo e al momento di rimettersi davanti al computer le idee tornano. Poi la scrittura non può essere obbligata: un giorno capita di essere produttivi e si buttano giù tante pagine, altre volte rimani senza parole, letteralmente. Ma basta avere pazienza.
Quanto tempo ci vuole per scrivere un libro?
Ovviamente dipende da tante cose, in primis l’argomento. Le biografie richiedono soprattutto ricerca e controllo delle fonti per non esporsi poi agli appunti di chi ti accusa di non essere stato preciso. Purtroppo il mondo è pieno di criticoni, almeno cerchiamo di metterci al riparo dagli errori. Se poi consideri altri fattori (come un lavoro a tempo pieno a cui l’attività di scrivere si deve affiancare) capisci bene che i tempi si dilatano. Personalmente sono, per mestiere, abbastanza veloce a scrivere, tuttavia( per rispondere alla tua domanda) servono in media dai quattro ai sei mesi. Almeno.
Hai mai fatto errori di ortografia in un libro?
Vi svelo un segreto: c’è sempre qualcuno nella casa editrice che rilegge i libri e li corregge. Un lavoro certosino, difficile e di grande attenzione: ammiro chi lo fa. Poi può passare una svista, ma io cerco di stare attento.
Sei felice quando finisci un libro?
All’inizio sì perché è una fatica, ma il giorno dopo mi sento già malinconico, perché è finita un’avventura. Ma è anche vero che ne può cominciare subito un’altra. Amo molto quello che faccio, mi piace la ricerca, mi piace ricostruire le vite dei personaggi di cui parlo, quindi, quando si chiude, è un poco come quando terminano le ferie. Ci vuole un po’ a uscire da quel mondo in cui sei entrato e riabituarti alla vita reale.
Dopo averli pubblicati ti piacciono ancora, i tuoi libri?
Sì, anche se capita che a distanza di tempo le cose che fai ti possano sembrare un po’ vecchie. Oppure, rileggendole, trovi delle parti che avresti potuto trattare in maniera differente. Ma, in linea di massima, il mio stile di scrittura mi soddisfa e mi piace. Altrettanto ovvio è che si tratta di una questione soggettiva: ad altri magari non garba. È nel naturale ordine delle cose.
Ti mai capitato di avere un’idea e di essertela poi dimenticata?
Svariate volte al giorno! Sarà una questione di età! A parte gli scherzi, certo, succede eccome! In quel caso meglio appuntarsi subito un pensiero, uno spunto da rielaborare successivamente.
Progetto futuro?
Come mi è già capitato di accennare sto lavorando a un’altra biografia musicale. Senza dimenticare Martin Luther King, dopo Freddie Mercury ed Elvis Presley stavolta parleremo di 4 famosi ragazzi di Liverpool che hanno cambiato il mondo, ma non ho intenzione di dire altro. A buon intenditor…


GRF

Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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