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Matteo Filippeschi: la mano che trasforma i cartelli stradali in arte

La mano che crea arte con i segnali stradali è una, quella di ​Matteo Filippeschi, alias Delavega, artista di strada toscano. Autodidatta emergente, utilizza i cartelli stradali come supporto per diffondere messaggi ironici, divertenti e anche spensierati, eseguiti con pennarelli acrilici e aerografo. Le sue opere sono esposte in diverse gallerie d’arte contemporanea in tutta Italia. Ha partecipato alle più importanti mostre d’arte in Italia come Parma, Bergamo, Genova, Lucca e Milano. Oggi ho avuto il piacere di intervistarlo telefonicamente per rivolgergli alcune domande.
Ciao Matteo, come stai?
Benissimo, grazie. Sempre super indaffarato con il mio lavoro artistico.
Una tua giornata tipo?
Non esiste. Ogni giornata è diversa dall’altra. Ma i pennarelli e i cartelli stradali sono parte di me, oramai.
Il tuo colore preferito è…?
Il viola. Nasce dalla mescolanza del blu e del rosso. Il primo incarna la saggezza, il secondo l’amore. Fino a oggi ha sempre rappresentato simbolicamente il mistero, la magia e la metamorfosi. È per eccellenza il colore della spiritualità.
Una parola che ti rappresenta?
Determinazione. Essere determinati non significa intestardirsi su soluzioni sbagliate, ma avere la capacità di ripartire con una nuova strategia ogni volta che quella adottata fino a quel momento non si è dimostrata efficace.
Che studi hai fatto per inserirti nell’ambiente?
Sono un autodidatta. Ho saputo guardare al passato della storia dell’arte con occhio curioso e attento, cogliendone intuizioni e impulsi che ho poi reinterpretato sui cartelli stradali con un linguaggio e uno stile unico e personale.
Il tuo personaggio preferito dei cartoni Disney?
Semola de La spada della roccia, che racconta del biondo orfanello Artù, detto Semola, che viene schiavizzato dal padre adottivo e dal fratellastro Caio, un bietolone che si allena per vincere il torneo cavalleresco che decreterà il nuovo reale inglese. Con l’aiuto dello svampito mago Merlino e del furbo, ma stizzoso, gufo Anacleto, Semola si troverà a raggiungere risultati impensabili per un ragazzo della sua età (il doppiaggio italiano, rispetto all’originale, ne amplifica l’infantilità, spingendo indietro dal punto di vista anagrafico la sua dimensione formativa e lavorando nel solco dello stupore).
I cartelli stradali sono le tue tele… Raccontaci.
Lo spazio urbano deve farsi reversibile, aggiungere significati a quelli originari, orientare altri e nuovi gradi di lettura. Con una preparazione che spazia dall’incisione classica al figurativismo, dalla pittura e la scultura fino all’installazione contemporanea.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Realizzo tutto con passione; metto forza nei miei messaggi, perché l’arte potrà solo giovare all’animo umano. Amo girare il mondo con la mia arte.
Un tuo sogno nel cassetto è…?
Realizzare un progetto artistico culturale con mio padre, che è un artigiano nell’ambito della falegnameria. Unendo la sua bravura alla mia verranno fuori delle opere uniche e speciali. Nonostante le differenze generazionali l’arte ha creato un ponte tra me e lui che mi porta entusiasmo.


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Ilaria Solazzo

La pugliese Ilaria Solazzo risponde in pieno alla definizione di “multitasking”. Giovane donna, ha alle spalle mille differenti attività: la redazione di libri, una buona esperienza nel campo della grafica, la pubblicazione di vari testi e non solo! È anche appassionata di lettura (specie la fantascienza), moda, costume e poesia. È giornalista pubblicista, blogger… e tanto altro. Dal decennio di nascita - gli anni ‘80 - ha ereditato la passione per la televisione che, per lei, si incarna nel binomio Carrà/Cuccarini. Dinamica, professionale, seria, ama la vita a colori.

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