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Riscossione crediti: “Per i sidernesi, oltre al danno, la beffa”

Da Siderno 2030

Brutta caduta di stile dell’assessore al bilancio che, per assolvere a quello che probabilmente crede essere il suo compito, difendere a prescindere l’amministrazione di cui fa parte, accusa in modo scomposto la minoranza di indurre la cittadinanza a non pagare i tributi.
Cosa assolutamente non vera!
La premessa, chiara e forte, a tutti i nostri interventi sul tema, dice l’esatto contrario.
I servizi hanno dei costi, per usufruire dei servizi bisogna pagare i tributi.
Sulla imprescindibilità, per poter esercitare l’attività politica, degli elementi della serietà e della responsabilità, l’assessore, con il nostro movimento, sfonda una porta aperta: per noi parlano le nostre storie personali e politiche, ma soprattutto gli interventi dentro il consiglio comunale e fuori, sempre puntuali e competenti, mai sopra le righe, rispettosi dei ruoli e delle persone che quei ruoli ricoprono.
Ci era stato detto che la scelta di affidare la delega più importante e politica a un’esponente di centrodestra, fosse stata determinata dall’esigenza di avere al bilancio un tecnico competente.
Pertanto, ci saremmo aspettati dal nostro assessore, al quale ci lega un’antica amicizia, una maggiore imparzialità!
L’assessore asserisce che il documento inviato ai cittadini sarebbe l’originale cartaceo e non la copia del documento digitale, per questo la censura fatta dal movimento Siderno 2030 circa la nullità degli atti recapitati ai sidernesi in questi mesi, a causa della mancata attestazione di conformità all’originale, sarebbe infondata.
Ci pare di capire che la pezza sia peggio del buco.
L’assessore afferma che il Comune di Siderno, in spregio alla legge che ha statuito ormai sin dal 2014 l’obbligatorietà per i Comuni di generare i propri atti impositivi (avvisi di accertamento/rettifica) in maniera digitalizzata, di fatto produce atti amministrativi in formato cartaceo.
L’articolo 17, comma 2, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2014 (conosciuto anche come decreto di attuazione del Codice di Amministrazione Digitale), ha statuito che “Tutte le pubbliche amministrazioni [decorsi 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto, cioè dal 14/11/2014] sono tenute a formare l’originale dei propri documenti, compresi gli atti di natura provvedimentale con valenza esterna, si badi, esclusivamente, in modalità digitale.”
Stando a quanto prevede la disciplina appena citata, dunque, il provvedimento amministrativo in originale risulta essere, sempre, quello informatico, accompagnato da firma digitale che sostituisce, a ogni effetto di legge, il documento in originale analogico (formato cartaceo), sottoscritto con firma autografa.
Ne deriva che, al destinatario (contribuente) dell’avviso di accertamento, quando l’atto viene inviato tramite posta in forma cartacea, viene notificato null’altro che una copia conforme dell’originale informatico, la quale deve contenere, a pena di nullità, l’attestazione ex art. 23 del CAD, che al c. 1º stabilisce: “le copie su supporto analogico di documento informatico, anche sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale, hanno la stessa efficacia probatoria dell’originale da cui sono tratte se la loro conformità all’originale in tutte le sue componenti è attestata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato.”
Alla luce di quanto sopra, verrebbe da dire, oltre il danno, la beffa.
Il danno, che subirà il Comune per le impugnazioni degli avvisi di accertamento che legittimamente i cittadini stanno presentando e presenteranno fino alla data utile per il deposito dei ricorsi.
La beffa che, come sidernesi, stiamo sopportando per aver esternalizzato il servizio di riscossione con costi notevoli a carico sempre dei cittadini per un servizio dimostratosi, attraverso errori grossolani, di pessima qualità.
Non certo per amor di polemica, ma solo per rammentare all’assessore che Siderno 2030 è sempre stato e sempre sarà dalla parte delle persone per bene, che lavorano onestamente per mantenere le proprie famiglie e spesso non riescono ad arrivare alla fine del mese.
La nostra proposta di spalmare le richieste di pagamento corrette e legittime, in un tempo ragionevolmente più lungo, va esattamente nella direzione opposta all’accusa mossa dall’assessore al bilancio.
Svariati studi sugli effetti economici di un’imposizione tributaria eccessivamente ravvicinata e aggressiva come quella posta in essere dal Comune e dalla Creset, interessata quest’ultima solo a fare cassa, confermano che questo tipo d’imposizione provochi da parte dei contribuenti vessati fondamentalmente tre tipi di reazione: evasione, elusione e rimozione.


GRF

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