Riscossione crediti a Siderno: “Pietro Sgarlato mentiva sapendo di mentire?”
Di Siderno2030
Ci vediamo costretti a intervenire per l’ennesima volta sulla controversia relativa agli avvisi di accertamento che i sidernesi, loro malgrado, si stanno vedendo notificare in queste settimane.
E lo facciamo per ringraziare l’Assessore Pietro Sgarlato perché, con la sua seconda replica al nostro comunicato, affidata alla stampa, ha confermato la validità delle nostre ragioni e ammesso, implicitamente, che gli atti ricevuti dai cittadini, se impugnati, sono realmente, e non pretestuosamente, nulli.
Il comunicato dell’Assessore si apre con quanto statuisce il Codice dell’Amministrazione Digitale: la Pubblica Amministrazione ha l’obbligo di produrre i propri documenti in forma digitale.
Partendo, dunque, da questa asserzione, che abbiamo sempre posto alla base dei nostri ragionamenti e che condividiamo pienamente, quella cioè che le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di formare gli originali dei propri documenti direttamente in formato digitale, ne consegue che da questo originale digitale viene tratta una copia che si chiama analogica/cartacea.
Tale assunto esclude quindi la possibilità che possa esistere un originale differente da quello digitale.
Sostenere, pertanto, che esista un originale cartaceo firmato a stampa dal funzionario responsabile non farebbe altro che avvalorare che lo stesso atto sia stato stilato in violazione della legge, disposizione che siamo certi il nostro Assessore conosca molto bene.
Il comunicato prosegue evidenziando che la norma consente alle amministrazioni di notificare gli atti in forma cartacea a mezzo dei servizi postali, posto che non tutti i contribuenti sono dotati di indirizzo di Posta Elettronica Certificata, affermazione che non abbiamo mai contestato e sulla quale ci troviamo concordi.
Peccato, però, che il nostro Assessore trascuri di precisare che la copia analogica/cartacea, legittimamente notificata a mezzo posta, debba essere munita della necessaria attestazione di conformità all’originale, creato digitalmente, resa da un pubblico ufficiale, pena la nullità dell’atto.
In conclusione l’Assessore al bilancio, pur dichiarando di voler fare chiarezza, ha volutamente tentato di creare maggiore confusione nel tentativo di evitare l’apertura di un significativo contenzioso con i cittadini che hanno ormai capito bene come stanno le cose.
E allora ci chiediamo: quando l’assessore Sgarlato ha scritto la sua ultima replica versava in stato confusionale, oppure ha mentito sapendo chiaramente di dover mentire essendo consapevole dei danni che potrebbe aver causato alle casse comunali?
Foto: lentelocale.it