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Politica

PD Calabria: la fusione dei comuni, il viadotto di Longobucco e i POR


Edil Merici

Proseguono le attività del Partito Democratico Regionale, che ha annunciato la volontà di bloccare la proposta di legge regionale sulla fusione dei comuni, criticato il vertice sul crollo del viadotto di Longobucco e dimostrato preoccupazione sullo stato di spesa dei fondi del Programma Operativo Regionale.

Fusione dei Comuni, il PD intende bloccare la proposta di legge regionale

In conclusione dei lavori, l’Assemblea regionale del PD ha condiviso l’allarme in ordine alle modifiche che il centrodestra vorrebbe introdurre alla legge sulla fusione dei Comuni.
«Avvieremo le più opportune iniziative, sia in Consiglio regionale sia fuori, per opporci a una modifica che il governo regionale vuole introdurre per bypassare i Consigli comunali e rendere semplicemente consultivo l’eventuale referendum successivo alla proposta di fusione dei Comuni. Si tratta di una scelta insensata, che non ha precedenti in Italia, e che punta a non confrontarsi con la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti, così come potrebbe avvenire già con la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero».

Crollo del ponte di Longobucco, il PD incalza Salvini

L’emergenza che si è venuta a creare con il crollo del ponte di Longobucco continua a essere al centro dell’attenzione dei rappresentanti della Comunità e del PD che si sta muovendo, a ogni livello, per ottenere immediati interventi.
L’incontro che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha organizzato a Roma con i sindaci dei Comuni interessati, però, segna l’avvio di un percorso che non pare idoneo a raggiungere l’obiettivo e mette in evidenza, ancora una volta, l’assenza di ogni forma di interlocuzione, programmazione e condivisione dei percorsi da intraprendere.
«Non consideriamo negativo l’incontro che il ministro delle Infrastrutture Salvini ha convocato, a Roma, con i sindaci (ma non tutti) dei Comuni colpiti dal crollo del ponte di Longobucco e confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare e a creare sinergie – afferma il PD regionale e nazionale insieme al gruppo regionale – riteniamo, però, sbagliate le modalità con le quali il governo sta agendo.»
“Inoltre – prosegue la nota – desta sconcerto che il ministro Salvini abbia dato mandato a un alto  dirigente dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade di gestire in prima persona l’emergenza, affidandogli l’incarico di recarsi sul luogo per verificare e quantificare i danni. Ricordiamo al ministro che esiste già un Ufficio regionale dell’ANAS competente per materia che ha già nel cassetto, da lungo tempo, uno stanziamento di 20.000.000 per la progettazione dei lavori del quinto lotto della Sila/Mare, già finanziato nel 2018 e che ora pare destinato all’elevazione del ponte di Caloveto. Cosi come esistono 2 ipotesi progettuali per il collegamento alla Strada Statale 106, sempre elaborate dall’ANAS con costi differenti in base alla soluzione scelta. Una progettazione di cui si sono perse le tracce e che basterebbe recuperare per definire un preciso cronoprogramma certo. Inoltre – conclude la nota del PD – piuttosto che annunciare, sempre attraverso la solita politica dei vuoti spot propagandistici, verifiche e commissari, il Ministro avrebbe dovuto già procedere a stanziare i fondi necessari alla ricostruzione, magari inserendo l’intervento in un decreto straordinario. Servono risposte concrete sia da un punto di vista delle responsabilità in ordine al crollo, e da questo punto di vista confidiamo nel lavoro della Procura, sia in vista della ricostruzione che deve essere immediatamente finanziata e sulla quale non consentiremo al governo una politica di annunci vuoti, finalizzati soltanto a tenere buona la cittadinanza già provata da lunghissimi anni di isolamento. Il PD c’è e sarà sempre vicino alle comunità interessate.»

«Stiamo assistendo al fallimento del POR e non sappiamo nulla del PNRR»

«Il dibattito in Consiglio non avremmo mai voluto farlo, perché in stiamo per dichiarare l’ennesimo fallimento della gestione calabrese sull’utilizzo dei fondi del POR: cioè dello strumento che dovrebbe avvicinare la Calabria, in termini di crescita economica e sociale al resto del Paese e dell’Europa.»
Così si è espresso in Aula il capogruppo del PD Mimmo Bevacqua. «Avevamo già denunciato la mancanza dell’efficacia attuativa del programma d’investimento. E oggi siamo qui a dire la verità ai calabresi, soltanto perché è stata la minoranza a richiederlo. Siamo davanti a dei dati che non possiamo eludere. E non porta davvero da nessuna parte il tentativo dell’assessore Marcello Minenna di scaricare le responsabilità sul governo nazionale. Anche perché l’assessore da una parte accusa il Governo di essere responsabile del rallentamento della pubblicazione dei bandi; dall’altra elogia il lavoro del ministro Raffaele Fitto, quello stesso ministro che si rifiuta di andare in Conferenza delle Regioni e spiegare per filo e per segno come stanno le cose. Non si fa un buon servizio alla Calabria vestendo sempre la casacca di partito.»
Bevacqua ha poi evidenziato le tante criticità delle Programmazione. «Rispetto alla programmazione europea 2014/2020 riferita al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e al Fondo Sociale Europeo i dati dicono che al 31 dicembre 2022 la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa a 1.300.000.000 di € su 2.200.000.000. Si sono utilizzati quindi solo il 60% delle risorse e rischiamo di perdere circa 900.000.000 se non riusciremo a spenderli entro il prossimo 31 dicembre. Ci troviamo davanti a una situazione al limite dell’emergenza, con una rimodulazione che tenterà solo di spendere senza incidere sui fondamentali delle sfide che dovrebbero interrogare la classe dirigente calabrese. Su 14 assi, 7 sono al di sotto della soglia del 50% nella certificazione della spesa.»
«Sul piano dei trasporti, progetti qualificanti come la metro leggera o il collegamento intermodale aeroporto stazione ferroviaria di Lamezia Terme-Germaneto-Catanzaro Lido, sono stati stralciati dal POR. La strategia delle aree interne è praticamente inesistente, mentre tutti noi sappiamo della loro importanza nella nostra regione. Senza parlare del mondo dell’energia e degli indicatori relativi all’inclusione sociale o alle infrastrutture per l’assistenza dell’infanzia, ben lontani dai valori iniziali fissati dal POR.»
«Ma la cosa più grave – dice ancora Bevacqua – è la mancanza di visione strutturale che comprende anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che resta un grande buco nero, un grande mistero sul quale Roma non permette alcuna analisi. Anche in questo caso, le responsabilità verso la propria terra dovrebbero superare di slancio, caro Presidente Roberto Occhiuto, le direttive della propria appartenenza politica. Se a Roma stanno facendo un disastro, noi abbiamo diritto di capirne le ragioni.»


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