
Di Luisa Totino
Isabella disse a Fedora: «Dove andiamo? Ci stiamo inoltrando nell’entroterra. Non sarà rischioso?»
E Fedora: «No! Conosco questi posti, ci sono cresciuta. Stiamo andando da mia madre. È l’unica che ci può dire come affrontare la bestia nella Valle della Perdizione, e salvare Afrodite dallo scrigno.»
Nel bosco, le ragazze sentivano versi di ogni genere, la paura di quei suoni le faceva camminare molto vicine, finendo spesso per inciampare tra loro. Delle strane creature volavano al di sopra delle cime degli alberi, ma non erano certo degli innocui pipistrelli.
Betty disse alle sue amiche: «Sicure che arriveremo vive alla Valle della Perdizione? Perché io sono certa che ci accadrà qualcosa molto prima!»
Fedora, a un certo punto, disse: «Siamo arrivati! Questa è la caverna dove dimorano le Dieci Iniziate. Aspettate qui, entro prima io.»
Fedora entrò nell’antro, mentre gli altri attesero impazienti.
Anna disse: «Cosa faremo se non dovessimo tornare più indietro? Ci pensate? Le nostre famiglie, i nostri amici, sarebbero disperati!»
E Betty: «Smettila di piagnucolare. Forse pensi alle feste e allo shopping che perderesti. Questo ti fa paura! Cresci un po’! E comunque usciremo da questa situazione. A proposito, mi è venuta in mente una cosa, Ade non ha una consorte? Si chiama Persefone, se non sbaglio. Vi ricordate il mito di Ade che rapisce Persefone e se la porta negli inferi?»
Isabella rispose prontamente: «Sì, è vero! Ma nel tempo in cui siamo non è ancora sua sposa!»
E Betty: «Esatto! Non l’ha ancora incontrata. Ecco perché è così furioso, gli manca l’amore!»
E Anna: «E allora? Dove vuoi arrivare?»
E Betty: «Fai funzionare quel cervellino, dobbiamo fare in modo che la veda!»
E Isabella: «Come possiamo fare? Non sappiamo neanche dove sia Persefone, e poi deve essere un incontro fortuito, non forzato, potremmo cambiare il passato se interveniamo.»
Proteo, intanto, si intromise nei discorsi delle ragazze, chiedendo incuriosito: «Chi è questa Persefone?»
E Betty: «Possibile che conosci nessuna con questo nome?»
E Proteo scosse la testa, per far capire che non ne sapeva nulla. Isabella, ricordandosi all’improvviso di qualcosa, disse: «Ma certo, noi la conosciamo anche come Persefone, ma in questo tempo no. Qui aveva ancora solo un nome, Kore!»
E Proteo, sussultando disse: «Sì, Kore! È la figlia di Demetra, la dea che protegge la fertilità e l’agricoltura, è la madre di tutta la natura. Tutti i raccolti della terra sono legati a lei!»
Mentre Proteo diceva questo, tornò Fedora dalla caverna e fece cenno agli altri di entrare. L’antro era molto grande, camminando giunsero nei pressi di un ruscello, oltre il quale, sedute, ognuna su un ceppo, stavano dieci figure femminili, vestite di un lungo peplo e uno scialle che ricopriva loro la testa e le spalle. Fedora li fece fermare alle rive del corso d’acqua. Una delle Dieci si alzò e disse: «Fedora mi ha detto quello che è successo, ma noi lo sapevamo già. Come sappiamo che tu sei colei che libererà dal sortilegio Afrodite, ma non sarà facile annullare l’inganno di Ade, come non sarà facile affrontare la Valle della Perdizione, e il suo mostro guardiano. Ho suggerito a Fedora un espediente che vi permetterà di eludere l’ira di Ade e la bestia, così da giungere allo scrigno. I vostri pensieri, però, dovranno essere liberi da tutto e concentrati sulla missione. Il ruscello, che vedete davanti a voi, è la conoscenza del mondo che scorre, noi beviamo ogni giorno, per custodirla e utilizzarla al meglio, così che il mondo sia un posto migliore. Sono le nostre scelte, e il nostro impegno a seguirle, che fanno la differenza, non dimenticatelo. Ora andate, Fedora vi spiegherà tutto, vi aspetta un viaggio non privo di pericoli!»
Ma, mentre si girarono per andarsene, la donna, indicando con il dito una delle ragazze, disse: «Tu, ragazza del futuro, so a cosa stai pensando. Lascia stare madre natura, non provocare mai la sua ira!»
Poi, uscirono dalla caverna e Fedora disse: «A chi si stava rivolgendo mia madre?»
E Betty: «A me! Ha letto i miei pensieri, non so proprio come abbia fatto!»
E Fedora: «A cosa stavi pensando? Cosa centra la dea della Natura, Demetra?»
E Betty: «Ecco, vedi, noi stavamo pensando a una soluzione alternativa. Non che non ci fidiamo dei suggerimenti di tua madre. Il fatto è che ad Ade manca una consorte, e siccome noi sappiamo chi sarà, volevamo fare in modo che s’incontrassero, così, può essere che per la felicità di avere una sposa, possa lasciare libera Afrodite, e noi possiamo tornarcene nel nostro tempo senza essere sbranate. Tutto qui, che ne dici?»
E Fedora: «E chi sarebbe questa futura sposa?»
E Betty: «Kore, la figlia di Demetra. Ade se ne innamorerà perdutamente, tanto da rapirla e portarla nel suo Regno. Non è romantico?»
Fedora, aggrottò le sopracciglia e disse: «Siete impazzite? Kore è la figlia prediletta di Demetra, dovesse succederle quello che avete detto, nessuno avrebbe più scampo. Non oso pensare alle conseguenze. Abbandonate questo proposito e ascoltate ciò che sto per dirvi. Per entrare nella Valle della Perdizione, dovremo passare per il Tartaro. Qui incontreremo il satiro Kiry, che ci agghinderà in modo da non farci riconoscere dalla bestia. E ora in marcia, il cammino sarà insidioso, quindi, stiamo tutti in guardia!»