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Costume e SocietàLetteratura

Glaudela

Storie d’altri tempi

Edil Merici

Di Francesco Cesare Strangio

Gladuela, da piccola bambina, si era trasformata in una donna, come la crisalide in farfalla: ancora una volta la natura aveva compiuto il suo capolavoro.
Mentre Marco girovagava con il pensiero attraverso i ricordi, Gladuela varcò la soglia del negozio di comare Angelina.
La bottegaia era una donna di straordinarie capacità che le vicissitudini spinsero a rimboccarsi le maniche per portare avanti i cinque figli.
Marco era legato alla famiglia di donna Angelina giacché era stato tenuto a battesimo, quando ancora il marito Antonio godeva di ottima salute. Come si sa, quando uno meno se lo aspetta, la vita riserva brutte sorprese, per donna Angelina era arrivata l’ora di mandar giù il calice amaro della sventura.
Una sera, sul finire del mese di agosto, il suo consorte esalò l’ultimo respiro, liberandosi per sempre dalla tirannia dell’indistruttibile prigione dell’Alzheimer. Un tale nefasto evento lasciò dietro di sé, oltre le tre figlie femmine e i due maschi, il pesante fardello del dubbio e ancor più, un infinito e profondo oceano d’interrogativi.
Sul nobile comportamento sociale di donna Angelina vi è l’insindacabile voce del popolo. La gente si rivolgeva a lei come a una matriarca che prontamente andava loro incontro aiutandoli come poteva, tanto da prestare persino il denaro necessario per affrontare il matrimonio dei figli.
A quei tempi, infatti, era in uso che la sposa portasse in dote la casa e la “biancheria” (lenzuola, tovaglie, coperte e quanto necessario per la casa). Allo sposo toccavano invece il mobilio e i gioielli per la sposa.
Quando la sposa usciva di casa, era ricolma di gioielli e le persone la osservavano con quell’invidia che li spingeva, quando era il momento di sposare i propri figli, ad andare ben oltre, poiché non era plausibile apparire inferiori agli altri.
In quel particolare ambiente, donna Angelina faceva da mentore e da banca senza interessi. Con il passare del tempo il suo carisma crebbe oltre misura, tanto che tutti i compaesani le chiedevano di fare da madrina ai figli.
Ancora oggi si racconta che, il giorno della festa patronale, quando in chiesa c’era il vescovo per la Quaresima, donna Angelina si presentava seguita da un gran numero di ragazze con la testa cinta da un drappo bianco.
Marco era innamorato di Gladuela, ma non osava dirle nulla per via di quella vecchia disputa del confine. Oramai i tempi erano maturi per voltare pagina, anche perché il tempo impietoso aveva portato via i genitori di Marco e quelli di Gladuela. Era assurdo che un vecchio confine potesse ancora reprimere e tenere prigionieri i sentimenti dei due giovani.
Marco parcheggiò l’Ape, scese e piantonò il negozio in attesa che uscisse la ragazza. Guardava con ansia l’orologio di plastica che portava al polso, mentre un leggero respiro di aria proveniente da settentrione gli accarezzò il volto.
Il tempo sembrò fermarsi. I pensieri del giovane s’intrecciavano confusamente come le parole dette in fretta, alimentando un nervosismo che a stento riusciva a controllare.
A un tratto Gladuela comparve sulla porta del negozio; nel vederla ebbe un tuffo al cuore, per un attimo i pensieri si acquetarono come se la morte avesse occupato il suo corpo. Non balbettò mai in tutta la sua vita, ma quella volta ebbe difficoltà a parlare.
Un paio di tentativi e finalmente riuscì a dire: «Ciao! Come stai?»«Bene! E tu?». Rispose la ragazza.«Potrei stare meglio! In ogni caso non posso lamentarmi!»
Gladuela lo salutò e prese la via di casa.
Marco entrò nel negozio e dietro al bancone frigo, dal piano di marmo e dai vetri leggermente appannati per la differenza di temperatura tra quella interna e quella esterna, vi era appoggiata donna Angelina che osservava il cilindro di mortadella poggiato sull’affettatrice ben stretto dal braccio dai grandi denti di metallo cromato.
La donna, nel vedere arrivare il figlioccio, prese a girare la manovella attaccata al volano e la lama dell’affettatrice iniziò a girare. Sotto l’azione del disco rotante cadevano, sopra un foglio di carta oleata, delle fette dallo spessore di quasi un millimetro che liberavano un invitante profumo.
«Buon giorno compare Marco! Che bella sorpresa vederti!».«Madrina, come state?»«Abbastanza bene, grazie!»Donna Angelina prese dal cesto un panino che sembrava un pallone da basket, lo poggiò sul tagliere di legno e lo aprì; tolse la mollica e tempo un attimo lo imbottì con le fette di mortadella; infine si diresse verso il frigo, dove teneva le bevande, e prese una birra Peroni.
A Marco venne d’istinto dire: «Complimenti comare, vedo che l’appetito c’è.»
«L’ho fatto per te e non per me! Se mangiassi un panino come questo, ci rimarrei!»«Grazie, non dovevate…»«Hai dimenticato che ti ho tenuto a battesimo?»Marco ammutolì.
Comare Angelina aveva il volto di una madre patita che si dava da fare per garantire un futuro ai figli.
«Accomodati qui e spiegami per quale ragione hai sostato fuori per tutto il tempo che Gladuela è rimasta nel negozio.»
Marco sapeva della finezza d’intelletto di cui era dotata la madrina, ma non immaginava che arrivasse a un tale livello.

GRF

Redazione

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