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Chiude il “Nord Stream”: l’Italia resterà senza gas?


Edil Merici

Di Matteo Bono

Gazprom, il colosso energetico russo, ha annunciato che verranno iniziate delle operazioni di manutenzione per il gasdotto Nord Stream, il più importante gasdotto europeo. Durante questo periodo di tempo si interrompe la commercializzazione del gas metano tra la Russia e la Germania. Il vero pericolo è che questi flussi possano non riprendere più!
Ufficialmente queste operazioni dovrebbero durare solamente 10 giorni, nei quali verrebbero attuati degli interventi di manutenzione di routine.
Il vero rischio è che questo stop dovuto a fattori tecnici possa continuare per fattori politici. Molti esperti e politici europei infatti stanno già manifestando preoccupazione per la possibile mancata riapertura che, a oggi, non è solo possibile, ma anche probabile.
Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha messo già in guardia gli stati europei su uno stop dei rifornimenti e gli ha prontamente fatto eco il ministro tedesco Robert Habeck.

Cos’è il Nord Stream e perché è così importante?

Riassumendo, il Nord Stream è un progetto inaugurato nel 2011 e che trasporta gas metano dalla Russia, partendo dalla cittadina di Vyborg e arrivando nel nord della Germania, a Greifswald, attraverso il Mar Baltico.
Questo gasdotto, che allaccia il gas all’Europa, è costato più di 14 miliardi di euro, e porta sulle coste tedesche 55 miliardi di m³ di gas all’anno e risulta il principale canale di rifornimento della Germania e di altri paesi del centro Europa.
La Germania, inoltre, è il paese europeo più dipendente dalle importazioni dalla Russia e che, al momento, si trova più in difficoltà nel cercare fonti energetiche per poter sostituire i miliardi di metri cubi di gas che fino a ora importava dalla Russia.

Arriva la turbina dal Canada!

Il Nord Stream aveva già visto nei mesi passati delle riduzioni delle consegne da parte di Gazprom, per addirittura il 60% rispetto ai volumi prestabiliti nei contratti.
La società giustifica questa riduzione a causa della mancanza di una turbina di proprietà tedesca che è stata prodotta in Canada negli impianti della Siemens.
Annuncio recente è stato che il Canada consegnerà tale turbina alla Germania e verrà messa in funzione per far ripartire il gasdotto.

Come fare senza il Nord Stream?

L’impatto di una possibile chiusura definitiva del gasdotto andrebbe a impattare su tutta l’Unione Europea in quanto, unendo tutti i paesi membri, il Vecchio Continente dipende dal gas russo per un 40% del fabbisogno totale medio.
Per l’Italia questa cifra aumenta a un 43%, raggiungendo la soglia massima per la Germania in cui nel 2020, il gas consumato proveniente proprio dalla Russia si è assestato addirittura al 65% del totale.
Il ministro Roberto Cingolani, per l’Italia, prevede riuscire a ottenere la totale indipendenza energetica dalla Russia nel 2024 soprattutto utilizzando altre fonti energetiche che si stanno contrattando al momento e che soddisferanno un fabbisogno crescente nei prossimi due anni.
È previsto anche, in caso di emergenza, un piano energetico a protezione di una situazione di stop totale del russo. Tale piano prevede razionamenti per le industrie energivore e un maggior utilizzo delle centrali a carbone prima che restrizioni per il consumo dei cittadini.

Fonte: prontobolletta.it
Foto:
gruppocdt.ch


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