ADVST
Costume e SocietàLetteratura

«Io non ho visto nulla»

La tela del ragno


GRF

Di Francesco Cesare Strangio

Aquilino prese Meng per il braccio e con forza si mosse verso la camera del francese.
Mentre andavano Meng gli domandò: «Dove cazzo mi porti? Che cosa è successo? Non tirarmi! Mi fanno male i genitali…»
«Non ti preoccupare, tra un po’ ti farà male anche la testa» rispose Aquilino.
Quando entrò e vide la donna in quell’anomala posizione, si rese immediatamente conto che la ragazza stava dormendo per l’eternità. La ragazza si trovava da un bel po’ oltre l’orizzonte della vita: aveva superato il confine che dà nei campi elisi, dove non esiste né gioia né dolore. La ragazza aveva il volto sereno, chiara espressione di chi passa dal sonno alla morte. Il Cinese allungò le braccia e fece oscillare le sue mani su e giù. Una volta riavutosi dallo shock, Meng invitò gli altri a stare calmi e a non avvertire nessuno e, tantomeno, le due donne che stavano con loro.
Si avvicinò al mobiletto su cui era poggiato il telefono e compose il numero del ministro del commercio. Dopo un paio di squilli rispose un uomo dalla voce appesantita dal sonno. Meng lo informò dell’accaduto, aggiungendo che la donna molto probabilmente aveva avuto un arresto cardiaco durante la notte.
Gli occhi di Aquilino andarono sul francese. Notò che stava riacquistando il naturale colore dei vivi; poi lo sguardo si posò sul tavolino della camera, ove notò un leggerissimo velo di polvere bianca. Si avvicinò furtivamente e appoggiò sul piano di vetro il polpastrello dell’indice della mano e con un rapido movimento si portò dietro un sottile velo di polvere bianca e la sottopose al giudizio del naso: le narici avvertirono uno strano odore e, dopo pochi istanti, le cellule deputate all’olfatto mandarono l’informazione al cervello che decifrò come cocaina. Il primo pensiero che passò per la testa di Aquilino fu che il francese e la donna ne avessero fatto uso. Invitò Carmel a uscire un istante e, una volta fuori, gli domandò cosa avesse combinato.
Il francese prontamente rispose: «Nulla!»
Aquilino andò su tutte le furie e lo invitò a smetterla di mentire. Era sorto un grosso problema che bisognava risolvere, perché se fosse venuto fuori che aveva indotto la donna a consumare cocaina, la Francia l’avrebbe rivista solo nei suoi ricordi.
Poi aggiunse: «Dì a Meng di accompagnarti nella hall e che vuoi bere qualcosa mentre io pulisco le tracce di coca che stupidamente hai lasciato sul vetro del tavolino della stanza!»
Il francese era come inebetito. Il suo fare sembrava quello di chi si fosse appena risvegliato dall’anestesia.
I due, entrati nella hall, presero posto a un tavolino e ordinarono due cognac che mandarono giù di un fiato.
Aquilino, una volta rimasto solo nella camera in cui c’era la donna morta, prese uno dei calzini del francese e lo umidificò e quando andò a pulire le tracce di cocaina si accorse che il piano presentava un’altra strisciata: era una probabile prova che qualcun altro aveva passato il dito sulla superficie del tavolino.
Pulì scrupolosamente il piano di vetro, badando di eliminare ogni residuo.
Una volta eliminata ogni traccia della cocaina buttò il calzino nel water, tirò lo sciacquone e, tempo un attimo, ogni traccia era sparita per sempre.
Nell’intervallo che i due erano andati giù nella hall, Aquilino periziò ogni angolo della stanza e del bagno. Tutto doveva presentarsi in perfetto ordine.
Quando i due entrarono nella camera, Aquilino stava seduto sul divano di stoffa posto a breve distanza dal tavolino. Gli occhi di Meng, nel dare un’occhiata al tavolino, palesarono una certa malizia, il suo volto fu attraversato da un impercettibile sorriso e, allo stesso tempo, mosse la testa in segno di assenso.
Meng prese la parola e, attento a non svelare quanto sapeva, informò i presenti dell’imminente arrivo di un colonnello del Guojia Anquan Bu, i servizi di sicurezza di Stato.
Da lì a poco, sentirono bussare alla porta: era l’atteso colonnello accompagnato da un capitano e da un tenente.
I tre ufficiali fecero una rapida ricognizione e, non trovando nulla, parlarono con Meng che tradusse: «Dicono che qui non è mai successo nulla, quello che avete visto è solo il frutto di un brutto sogno. Se volete un consiglio, riprendete a dormire e dimenticate ogni cosa.»
Infilarono la ragazza in un sacco di plastica grigia e, dopo aver chiuso la lampo, l’adagiarono dentro un carrello e la coprirono con delle lenzuola da portare in lavanderia; completata la l’operazione d’occultamento i due ufficiali portarono con loro il carrello della biancheria sporca e sparirono dietro la porta dell’ascensore.
Il colonnello si trattenne un paio di minuti con i tre. Rivolgendosi ai due in lingua francese, disse: «Voi avete visto qualcosa?»
I due lo guardarono esterrefatti e, vedendo che non gli davano risposta, parlò lui: «Io non ho visto nulla!»
Il colonnello se ne andò e non lo rividero più.
Meng compose, sulla tastiera del telefono, un numero e dopo circa mezz’ora arrivò una ragazza sui vent’anni che occupò il posto di quella deceduta.
Aquilino e Meng salutarono e si avviarono verso le loro camere.

Continua…

Foto: dipendessedame.it


Gedac

Redazione

Redazione è il nome sotto il quale voi lettori avrete la possibilità di trovare quotidianamente aggiornamenti provenienti dagli Uffici Stampa delle Forze dell’Ordine, degli Enti Amministrativi locali e sovraordinati, delle associazioni operanti sul territorio e persino dei professionisti che sceglieranno le pagine del nostro quotidiano online per aiutarvi ad avere maggiore familiarità con gli aspetti più complessi della nostra realtà sociale. Un’interfaccia che vi aiuterà a rimanere costantemente aggiornati su ciò che vi circonda e vi darà gli strumenti per interpretare al meglio il nostro tempo così complesso.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button