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Costume e Società

Il grande chef Peppino Sirianni continua a portare nel mondo la cucina calabrese

Rieccolo, il grande chef Peppino Sirianni, l’indiscusso ambasciatore dei sapori calabresi nel mondo gastronomico, che per un po’ sembrava essersi dileguato dai ristoranti storici di Catanzaro. Ma ecco che la sua traccia è stata rivenuta ad Anghiari, in Toscana. Un luogo dove, sotto un glicine in fiore, Peppino si concede al racconto della sua vita e della sua passione per la cucina calabrese.
È qui che la storia di Peppino si intreccia con la nascita della Libera Università dell’Autobiografia nel 1998, un luogo in cui si narrano le proprie vicende personali e dove il cibo e la memoria giocano un ruolo centrale. Con Renato, uno dei fondatori, Peppino ha condiviso le sue esperienze culinarie, partendo dalla sua infanzia a San Pietro Apostolo fino agli anni di formazione a Torino, dove ha iniziato il suo percorso nel mondo della ristorazione. Ricorda con nostalgia il periodo trascorso in Toscana, dove ha imparato l’arte della cucina e dove ha incontrato i suoi maestri.
Tornato in Calabria, Peppino ha messo in pratica ciò che ha imparato, specializzandosi nella cucina tradizionale della sua terra. Ha viaggiato per l’Europa, partecipando a fiere e programmi televisivi, portando i sapori della Calabria in luoghi in cui erano ancora sconosciuti. Ha anche insegnato la sua arte, diventando docente di cucina calabrese per cuochi giapponesi.
Oggi, Peppino non smette di promuovere la cucina calabrese, anche attraverso la scrittura. Il suo libro Gulìe (Voglie) Piatti di facile e veloce preparazione della cucina Calabrese, voluto dalla Camera di Commercio, raccoglie non solo ricette rare, ma anche poesie che celebrano la gastronomia della regione.
E così, Peppino Sirianni continua il suo viaggio culinario, portando con sé il ricordo delle sue radici e diffondendo la gioia e l’autenticità della cucina calabrese in tutto il mondo.

‘A Suppressata

Tradotta in dialetto cropanese da Luigi Stanizzi

Tra i tanti cuntentizzi,
chi tenimu a su paise,
sunnu certu i sozizzi,
chi a chilometri su ‘mpisi;
ma a cosa cchiù preggiata,
è però… a Suppressata!

L’atru jurnu, s’imbitaru,
a la casa certi amici;
u’ vi dicu chi mangiaru!
U’ lassaru olivi e alici.
Unu disse a vuce ata:..
– “Mo’, ci vo’ na Suppressata!”

Già seduti a tavulinu,
senza brocchi e senza piatti,
duve c’ere pane e vinu,
quattru amici suddispatti,
‘ccu a tavula conzata
l’adornà… na Suppressata!

L’atra sira fui ‘mbitatu
a la casa e n’amicu:
nu caprittu avìe ‘mpurnatu,
e vrascioli… u’ vi dicu…
Ma ppemma conze ‘a sirata,
cci volì… na Suppressata!

Nu cumpari miu ‘mbitavi:
Pasta a lu furnu, piscespata,
carna e casu cci passai,
cu contornu e  ‘nzalata
ma la cosa cchiù apprezzata
fu però… na Suppressata!

Mi ricurdu l’atru mise,
Micu quantu avìe mangiatu!
mi parìe de nove misi:
a tamburru ere conzatu.
Si votá e pù a la canata:
– Chi voliji??… Na Suppressata!!!

‘U zzi ‘Ntoni avìe na figghia,
all’esami a mandà,
succedì nu parapigghia,
propio nente cumbinà.
Regalà na Suppressata…
e a figghia fu approvata!

Ppe’ m’ottegnu nu progettu,
mi dannai, un si sa quantu!
sett’ott’anni ippi m’aspittu;
a la fine ere già stancu.
Cci portavi na Suppressata,
e a carta fu firmata!

Certi cosi unn’è criditi
e perciò, dicu: – Provati:…
ammazzativi dui porci
e faciti… Suppressati.
E dormiti epù squitati,
E ‘mparadisu puru jati!

Salute!

Oὐδείς

Oὐδείς (pronuncia üdéis) è il sostantivo con il quale Ulisse si presenta a Polifemo nell’Odissea di Omero, e significa “nessuno”. Grazie a questo semplice stratagemma, quando il re di Itaca acceca Polifemo per fuggire dalla sua grotta, il ciclope chiama in soccorso i suoi fratelli urlando che «Nessuno lo ha accecato!», non rendendosi tuttavia conto di aver appena agevolato la fuga dei suoi aggressori. Tornata alla ribalta grazie a uno splendido graphic novel di Carmine di Giandomenico, la denominazione Oὐδείς è stata “rubata” dal più misterioso dei nostri collaboratori, che si impegnerà a esporre a voi lettori punti di vista inediti o approfondimenti che nessuno, per l’appunto, ha fino a oggi avuto il coraggio di affrontare.

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