Simon, Gurfunkel e il problema della comunicazione inattuabile
Di Alessia Lamberto
The Sound of Silence, canzone scritta nel 1964 e cantata da Simon & Garfunkel è definita la canzone dell’incomunicabilità proprio perché, come possiamo notare nelle prime righe del testo, si parla di come un uomo, anziché confidarsi con un altro, preferisca confidarsi con l’oscurità che definisce “amica fedele”. Questo mi fa pensare al fatto che ogni uomo, alcune volte, non riesce a esprimersi o a confrontarsi con gli altri, poiché ha timore di essere giudicato oppure di non essere compreso; pertanto, affinché ciò non accada, decide di non comunicare con nessuno i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti, interiorizzando tutto ciò che prova.
Proseguendo, l’uomo inizia a descrivere un sogno, nel quale si trova in un mondo “artificiale”, senza alberi o fiumi o prati. A un certo punto, però, il silenzio, che governava il suo sogno, diventa un qualcosa di tormentoso, poiché vi sono persone incapaci di esprimersi e persone che ascoltano ma con molta superficialità. Nessuno osa interrompere il silenzio ma, di fronte a tutto questo, l’uomo si irrita e tenta di instaurare un dialogo, fallendo nel suo intento. Questo accade perché il silenzio riesce ad attrarre a sé tutti, lasciando un vuoto generale. Le persone hanno deciso di non ascoltarlo, e di continuare a dare importanza a ciò che loro credono.
L’ascolto di questa canzone mi suscita una sensazione indefinita o, meglio, mi destabilizza, catapultandomi in una sorta di dimensione anch’essa non definita. Inoltre la comunicazione, come ben si sa, è il mezzo che caratterizza il vivere nel suo complesso, infatti è stata la via cardine nei processi evolutivi della storia dell’uomo; per cui il fatto che la canzone tratti l’incomunicabilità mette in risalto quelli che sono i problemi che la comunicazione, in molteplici casi, indirettamente provoca, ossia evidenzia come per molte persone essa possa risultare, in alcune sue forme, difficilmente attuabile.
Foto: blogspot.com