Non tutti riescono a parlare il linguaggio della solidarietà
Hai sempre messo in discussione la parola legalità, per inseguire il sogno della giustizia sociale, per difendere quei diritti umani che appartengono al vocabolario del tuo cuore.
Ti abbiamo visto sorridere, commuoverti e incazzarti, sempre con smisurata passione, sempre con una causa comune da portare avanti. Non hai mai nascosto quella che gli altri chiamano fragilità, ma che noi chiamiamo forza, contagiosa e collettiva, che in questi istanti ci fa sentire ancora più compatti e vicini.
Insomma, tra noi e loro c’è sempre stata una sorta di incomprensione, perché il linguaggio della solidarietà non tutti riescono a parlarlo, neppure a decifrarlo, figuriamoci a viverlo. Abbiamo sempre avuto delle differenze abissali contro chi vegeta nel cinismo, nella paura e nella freddezza sociale.
Eravamo qui, dove siamo adesso, dove ci troverai sempre. Accanto a quell’utopia che nessuno potrà mai sentenziare e spegnere, perché è alimentata da quell’abbraccio popolare che, in queste giornate, sprigiona la sua energia in tutto il mondo.
Ci prenderanno per pazzi, ma diciamoglielo forte che un’altra Calabria è possibile. E se qualcuno non ci crede, invitiamolo a guardarci negli occhi. A guardarti negli occhi. Perché gli occhi, si sa, non mentono mai.
Adelante, Domenico Lucano!