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Attualità

Non tutti riescono a parlare il linguaggio della solidarietà

Hai sempre messo in discussione la parola legalità, per inseguire il sogno della giustizia sociale, per difendere quei diritti umani che appartengono al vocabolario del tuo cuore.
Ti abbiamo visto sorridere, commuoverti e incazzarti, sempre con smisurata passione, sempre con una causa comune da portare avanti. Non hai mai nascosto quella che gli altri chiamano fragilità, ma che noi chiamiamo forza, contagiosa e collettiva, che in questi istanti ci fa sentire ancora più compatti e vicini.
Insomma, tra noi e loro c’è sempre stata una sorta di incomprensione, perché il linguaggio della solidarietà non tutti riescono a parlarlo, neppure a decifrarlo, figuriamoci a viverlo. Abbiamo sempre avuto delle differenze abissali contro chi vegeta nel cinismo, nella paura e nella freddezza sociale.
Eravamo qui, dove siamo adesso, dove ci troverai sempre. Accanto a quell’utopia che nessuno potrà mai sentenziare e spegnere, perché è alimentata da quell’abbraccio popolare che, in queste giornate, sprigiona la sua energia in tutto il mondo.
Ci prenderanno per pazzi, ma diciamoglielo forte che un’altra Calabria è possibile. E se qualcuno non ci crede, invitiamolo a guardarci negli occhi. A guardarti negli occhi. Perché gli occhi, si sa, non mentono mai.
Adelante, Domenico Lucano!

Giovanni Ruffo

Nato e cresciuto sullo Jonio, con il corpo accarezzato dalla brezza del mare e un potente richiamo spirituale in Aspromonte. Cittadino e straniero ovunque, amante della bellezza immateriale e delle meravigliose ricchezze che madre natura dona ai suoi ospiti. Avventure radiofoniche di musicultura e una passione viscerale per il teatro e la scrittura, terapie dell’anima necessarie per coltivare i princìpi di resilienza e r-esistenza, coniuga la tradizione con l’innovazione, le radici con le ali. Ricerca sprazzi e scorci di poesia nelle crepe, negli anfratti più nascosti, in ogni spigolo di mondo. Ama la diversità e la libertà, intese come opportunità e strumenti di crescita. Detesta i muri dell’indifferenza e crede nei ponti dell’umanità, trovando nelle differenze delle autentiche risorse costruttive e collettive.

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